Le mancate precipitazioni degli ultimi mesi rischiano di mettere in forte crisi la produzione vitivinicola per il secondo anno consecutivo in tutta Italia, in particolare nelle regioni del Nord. Forti le preoccupazioni espresse dai presidenti dei Consorzi e delle cantine sociali.

L’assenza di pioggia a febbraio torna a fare intravedere lo spettro della siccità anche al Nord Italia. Le temperature miti del mese in corso fanno sì che il già scarso manto nevoso nelle regioni alpine si assottigli ulteriormente non solo, secondo Anbi (Associazione Nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) si presenta drammatica la condizione del fiume Po che registra portate al di sotto del minimo storico ed inferiori al 2022.

Una situazione sempre più compressa che influisce negativamente sul comparto agricolo. Infatti, forti sono le preoccupazioni espresse dai presidenti del Consorzio Vini Venezia, dell’Associazione Produttori del Nizza, del Consorzio Barbera D’Asti e Vini del Monferrato e dal presidente di Cantine Torrevilla per quanto riguarda il mondo vitivinicolo.

“La crisi idrica che sta coinvolgendo l’Oltrepò Pavese è a dir poco drammatica, siamo in febbraio ma è come se fossimo nel pieno del mese di maggio: fossi e canali sono completamente asciutti. Viti e impianti sono già in sofferenza e siamo in difficoltà anche nell’attività di potatura, dove a fatica stiamo cercando di lasciare i tralci per le nuove produzioni – dichiara Massimo Barbieri, Presidente di Cantine Torrevilla dell’Oltrepò Pavese -.Ormai ci sembra palese che nemmeno nel 2023 godremo di un’annata abbondante, anzi, la situazione sta diventando sempre più complicata, a cui si uniscono anche le problematiche legate ai costi altissimi del vetro. Credo stia diventando sempre più necessario agire per adeguare misure e politiche agroalimentari alla situazione in corso, servono soluzioni tangibili per aiutare un settore intero in difficoltà ormai da tempo”.

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“È indubbiamente critica la situazione idrica nelle denominazioni tutelate dal Consorzio Vini Venezia, nello specifico quelle del Piave, Lison-Pramaggiore, e Venezia – afferma Stefano Quaggio, Direttore Consorzio Vini Venezia (Veneto)-. Le scarse precipitazioni avute durante l’inverno, quelle piovose nelle zone pianeggianti e collinari e quelle nevose nelle zone più a Nord, spaventano viticoltori e produttori, soprattutto in vista dell’arrivo della primavera e poi dell’estate. Tuttavia, possiamo ritenerci fortunati in quanto i nostri territori, soprattutto quelli del Veneto orientale, sono caratterizzati da un terreno che riesce a trattenere l’acqua in maniera ottimale”.

Quella della siccità è una minaccia sempre più incombente – dichiara Stefano Chiarlo, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza -.Nel Monferrato siamo seriamente preoccupati: la media delle precipitazioni stagionali, per il secondo anno consecutivo, da 900 ml è passata a 350ml, diminuendo quindi di un terzo. Nel nostro territorio, è solo grazie alle precipitazioni che può essere garantito l’accumulo di riserva idrica. È d’obbligo ormai pensare a soluzioni che nel medio-lungo termine ci permettano di far fronte a questo momento critico”.

“Ormai la siccità non è più un evento eccezionale, ma è un fatto concreto, con il quale dobbiamo fare i conti ogni giorno – dichiara Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato -.“Il Consorzio ritiene che per far fronte a questa situazione, le vie percorribili siano due. In prima istanza bisogna muoversi verso la ricerca di soluzioni per l’approvvigionamento idrico creando invasi in grado di raccogliere l’acqua piovana torrenziale e strutture irrigue per la redistribuzione dell’acqua nei vigneti. In secondo luogo, il Consorzio sta cercando soluzioni anche nella selezione varietale e nel miglioramento genetico delle vigne. L’obbiettivo infatti è quello di individuare ceppi resistenti, in grado di far fronte all’avversità climatica. In questo frangente siamo coinvolti nel progetto AGEBA, di cui il Consorzio è capofila; si tratta di un progetto che cerca le risposte alla viticoltura del futuro nel genoma delle viti antiche più resistenti”.

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