Parla il dialetto siciliano il miglior vino bianco italiano in degustazione al Concours Mondial de Bruxelles 2022. È il Fileno CVA vendemmia 2021, Grillo in purezza, infatti, a raggiungere questo straordinario risultato.

Ancora una volta il vitigno più giovane, e oggi assieme al Nero d’Avola il più rappresentativo di Sicilia, balza agli onori della cronaca evidenziando tutto il suo potenziale e il suo appeal. Emozione e grandissimo orgoglio per la piccola, e al tempo stesso prestigiosa, cooperativa vinicola del territorio agrigentino.

Il successo del Fileno al più importante concorso enologico internazionale sul vino di qualità non è solo di CVA, ma di tutta la Sicilia che sul vitigno grillo ha tanto investito e scommesso.

Il CMB quest’anno ha visto la partecipazione di 7300 vini provenienti da 40 paesi e da 6 continenti, giudicati da degustatori esperti in rappresentanza di 45 nazionalità. Tra i vincitori figurano etichette da tutto il mondo, a partire dai paesi produttori più affermati fino ad alcune piacevolissime sorprese, tra cui, tra le altre, la Cina, il Perù e perfino il Kazakistan.

Risultati più che soddisfacenti per l’Italia, che con un totale di 354 medaglie si colloca al terzo posto dopo la Spagna (433), seconda, e la Francia (455), prima. Tra le regioni italiane più blasonate si distinguono la Sicilia con 58 medaglie, la Toscana (50), la Puglia (46) e Veneto (33). La Calabria, padrona di casa con Rende, ha raccolto 31 medaglie. Il futuro è di grandissima prospettiva.

Tonino Guzzo, enologo di CVA Canicattì

Il Fileno CVA, dunque, vino simbolicamente ispirato al genio e alla poetica pirandelliana, vino di punta per l’azienda ormai da anni portato a fulgido splendore dall’enologo Tonino Guzzo che da sempre tifa “autoctono”, è il miglior bianco d’Italia grazie all’alto punteggio ottenuto dai giudizi a seguito di degustazioni esclusivamente operate alla cieca, evitando qualsiasi riferimento a territori o produttori per evitare condizionamenti di sorta.

I cinque giurati, con responso unanime l’hanno decretato così di alto lignaggio a tal punto da conferirgli il massimo delle onorificenze per il CMB, ossia la Gran Medaglia d’Oro.

Un risultato di grande prestigio che conferma il grande lavoro di specializzazione produttiva di questa alacre cooperativa del vino di qualità.

«Siamo davvero felici. Il Concours Mondial de Bruxelles è un esaminatore rigoroso, imparziale e di grande riferimento internazionale – sottolinea Giovanni Greco, Presidente dei viticultori associati. La reputazione è altissima, è il campionato del mondo del vino di qualità con concorrenti da tutti i continenti. Il nostro Fileno è un Grillo identitario, elegante, legato alle terre in cui è coltivato. È un risultato importante per CVA, ma lo è soprattutto per l’intera Sicilia del vino e per quanti credono nella cooperazione come fattore aggregante e propulsivo per uno sviluppo che non aggredisce il territorio ma lo difende e tutela, afferma un modello di sostenibilità socio-economica e contribuisce a proporre, soprattutto alle nuove generazioni, un motivo per restare e non abbandonare il legame con la terra e la viticoltura di tradizione».

Giovanni Greco, presidente CVA Canicattì

Il grillo del Fileno è coltivato tra i 200 e i 600 metri su terreni limo sabbiosi con presenza di calcare. Le viti hanno un’età media di 15 anni e il sistema è la controspalliera. Ha una resa di circa 90 quintali per ettaro. La fermentazione è in acciaio per 15 giorni a 16 °C. Poi tre mesi in acciaio e due mesi di bottiglia prima di andare sugli scaffali.

Alla vista è giallo paglierino. Si scorgono subito al naso note agrumate di limone e pompelmo, nespola, prugna gialla, pesca tabacchiera, melone bianco, fiori di camomilla, menta, ortica (sentore classico per il Grillo) e infine delle piacevoli note speziate di pepe bianco.

In bocca è molto dinamico. Sorso pieno con decise sferzate fresco-sapide che recano con sé perfettamente le corrispondenze del naso. Chiude persistente. Di grande seduzione.

Davvero un grande portatore sano, il Fileno, della tipicità e della interpretazione moderna del vitigno grillo.  

CVA Canicattì
Nasce nel 1969 sulla scia del movimento contadino siciliano che aveva segnato anche queste terre. Sin dagli esordi, il progetto produttivo è sostenuto dall’adesione convinta di numerosi contadini che condividono un patrimonio valoriale e culturale legato alla civiltà della vite e del vino. A metà degli anni 2000 matura un nuovo percorso produttivo orientato all’eccellenza enologica: un piano di investimenti in campo tecnologico e organizzativo che ha toccato tutti i settori della produzione ha consentito a CVA Canicattì definire un nuovo e più alto concetto di qualità vitivinicola. Dalla conduzione del vigneto sino alle strategie di marketing l’obiettivo è sempre stato lo stesso: intercettare il consumatore più esigente e preparato con vini dall’alto contenuto enologico caratterizzati dal giusto rapporto
qualità/prezzo.

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