Nuovo anno ed è già tempo di bilanci per il Consorzio Asti Docg infatti, sono stati resi noti i numeri relativi alle bottiglie prodotte nel 2022 e i risultati di una campagna commerciale davvero performante.
Nel 2022 la denominazione Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg ha chiuso l’anno a quota 102,7 milioni di bottiglie prodotte (0,75/litri), in leggero incremento (+0,5%) sul 2021 e in crescita del 22% rispetto all’immediato pre-Covid. Lo rileva il Consorzio Asti Docg sulla base delle fascette di Stato consegnate lo scorso anno per i vini imbottigliati e immessi sul mercato.
Nel dettaglio, è segnalato in ulteriore crescita l’Asti Spumante (+11%, a 67 milioni di bottiglie) grazie agli incrementi in doppia cifra nei mercati di sbocco, mentre rallenta il Moscato d’Asti (-14%, 36 milioni di bottiglie), complice la contrazione degli ordini – dopo il boom del 2021 – del mercato statunitense, che da solo vale quasi la metà del mercato.
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“Siamo molto soddisfatti per i numeri dello Spumante – ha detto il Presidente del Consorzio Asti Docg, Lorenzo Barbero – che prosegue la sua progressione positiva con il miglior risultato a volume dal 2013. La battuta di arresto del Moscato d’Asti a nostro avviso è fisiologica e paga l’exploit del 2021, anno record della Docg; ma considerando le medie degli ultimi 5 anni il dato è perfettamente in linea. In generale, apprezziamo lo sviluppo della piazza italiana (+11%) a riprova di come anche le scelte di promozione operate nell’ultimo triennio stiano andando nella giusta direzione. Per il 2023 intensificheremo l’attività sia sul fronte nazionale che internazionale, con iniziative di presenza dei nostri brand in occasione di grandi eventi di settore, sportivi e fieristici, a partire dal ProWein di Düsseldorf (19-21 marzo) e Vinitaly (2-5 aprile) con 2 collettive importanti”.
Sul fronte dei mercati, l’Asti Spumante chiude il 2022 con allunghi rilevanti nelle sue prime piazze di sbocco, con quasi 18 milioni di bottiglie dirette in Russia (+42%). A seguire, l’Italia (+11%) – a 7,1 milioni di pezzi – e il Regno Unito che superano una domanda statunitense in flessione così come la Germania, mentre è segnalata in sensibile crescita l’emergente Polonia.
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