Si chiama “Operazione Marchio” ed è stata messa in atto durante la scorsa settimana dai Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare.

Cinque le città coinvolte in tutta Italia: Messina, Roma, Torino, Salerno e Parma. Elevate diffide e sanzioni per 23 mila euro. Sequestrati oltre 4 quintali di prodotti alimentari spacciati per marchi protetti e privi di rintracciabilità. Due le denunce per frode aggravata. Sono scattati controlli presso diverse attività commerciali come ristoranti, pizzerie, pasticcerie, caseifici, aziende agricole, persino frantoi e liquorifici. Tantissimi i prodotti passati al setaccio dall’Arma.

Rinvenute in provincia di Reggio Calabria diverse false bottiglie di “Liquirizia di Calabria” Dop e “Liquirizia di Calabria Dop”. In provincia di Roma un ristorante utilizzava “Mozzarella di Bufala Campana” per mozzarella fiordilatte, mentre una pasticceria indicava come “Pistacchio verde di Bronte Dop” un gelato al pistacchio convenzionale. In provincia di Terni sono stati rinvenuti in un salumificio 50 chili di salsiccia di suino senza tracciabilità. In quel di Lecco si pubblicizzavano sul web prodotti caseari evocativi della ‘Fontina” Dop e della “Toma Piemontese”.

In provincia di Torino un caseificio vendeva “Mozzarella di Bufala” Dop e “Caciocavallo Silano” Dop tarocchi. In provincia di Salerno sequestrati 150 chili di fichi secchi pronti a trasformarsi in “Fico bianco del Cilento Dop”, oltre a 10 chili di mozzarella vaccina e 15 chili di salumi privi di rintracciabilità. In provincia di Bari sequestrati 7 chili di salumi spacciati per “Capocollo di Martina Franca Dop” che non avevano rintracciabilità. Presso un frantoio veniva diffidato il proprietario a identificare correttamente le partite di olio presenti nei silos.

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