La storia del vino accompagna per mano la storia dell’ uomo ormai da circa 6000 anni. Una delle prime popolazioni a far uso di vino sono stati i Georgiani, i quali fermentavano e conservavano il vino nei Kwevri, grandi anfore spesso deposte per la maggioranza del suo volume sottoterra, in questo caso i Georgiani “attingevano” direttamente il vino da questi contenitori per metterlo nei primi bicchieri fatti da loro.

Con gli anni la coltura del vino si diffuse in Mesopotamia, Grecia e Italia. Ed è noto che il contenitore più utilizzato fosse stato l’anfora di terracotta, di queste ne sono state trovate di diverse dimensioni, da quelle per il trasporto commerciale di vino (da cui si è potuto negli anni tracciare la diffusione del vino in tutto il Mediterraneo ed Europa) a quelle per l’uso comune. L’anfora venne poi surclassata con l’arrivo dei Celti i quali scoprirono il vino tramite gli etruschi. I Celti avevano altri modi per trasportare e conservare i loro prodotti, principalmente idromele, ossia le Brenta o Botte celtica la quale aveva una capacità di 50-70 litri e poteva essere realizzata con vari legni.
La Botte in legno prende sempre più piede e le varie popolazioni europee l’adottano variando i volumi per il trasporto e anche per il consumo di osterie, poiché è molto meno pesante della terracotta e permette una migliore manovrabilità.
Nei successivi secoli l’arte della vetreria si sviluppa sempre di più, ma il vetro viene utilizzato solo come contenitore per servire il vino e non come contenitore per il trasporto o ancor meno l’affinamento. Questo cambia quando al posto di utilizzare come combustibile il legno nelle vetrerie si comincia ad usare il carbone, il quale sviluppa un maggior calore che permette di creare un vetro molto più resistente sia agli urti che alle pressioni.
Questo cambia molto il trasporto e l’affinamento, ora le cantine possono direttamente imbottigliare, i formati delle bottiglie di vetro passano per diversi volumi quelli grandi come le magnum 1,5 litri o ancora più grandi come le damigiane da 32 litri.
Con gli anni il consumo di vino cambia e di conseguenza anche i formati dei contenitori, si passa dalle damigiane ai bottiglioni di 3 litri fino ad arrivare al formato sicuramente più diffuso quello da 0,75 litri, poiché contiene 6 o 7 bicchieri che possono esser distribuiti in un pranzo o cena senza aver avanzi di vino.

Le cantine ed i territori per differenziarsi iniziano a variare la sua estetica e così nascono diverse forme che prendono il nome dei territori da cui proviene il vino.
Questo però non basta più per differenziarsi, si arriva al punto che le cantine progettano bottiglie specifiche per loro o per alcune loro linee. Dunque la caratteristica del marketing diventa sempre più importante ed ad oggi questa si è ormai legata in maniera permanente al vino. Potrei fare diversi esempi però sicuramente quella più incisiva, secondo me, è la bottiglia della cantina Ferghettina (Franciacorta).

Ad oggi i consumi sono in continuo cambiamento, già da un pò di tempo si sente parlare di Bag-in-Box e di vino in lattina, contenitori e formati che richiamano un consumo più quotidiano e moderno del vino. Sicuramente il COVID-19 ha reso queste due tipologie molto diffuse in paesi come gli Usa e la Gran Bretagna, personalmente ho provato sia una che l’altra categoria.
Posso affermare che per quanto riguarda il Bag-in-Box credo che diventerà sempre più usato per la distribuzione di vini base sia per la ristorazione (con formati grandi da 10 litri) sia per quella fascia di consumatori che ha cominciato a consumare il vino in casa a pranzo o a cena (o ad entrambe) senza aver il pensiero di lasciar la bottiglia aperta (con formati di 3 litri), poiché questo una volta aperto avendo una valvola che non permette l’entrata dell’ossigeno può mantenere il vino in ottime condizioni per circa 1 settimana o poco più.
Per quanto riguarda il vino in lattina vale lo stesso ragionamento del Bag-in-Box, con la differenza che la lattina è ancora più versatile e permette al consumatore un trasporto più facile per le dimensioni ridotte.

Inoltre questi due contenitori stanno diventando famosi anche per il fatto di essere sostenibili (Bag-in-Box in particolare) e per essere riciclabili più volte (lattina) in particolare perché possono essere scambiate anche tra le aziende come già succede per il settore della birra. Però se non vi piace la lattina, ma volete aver la comodità di aver nello zaino una bottiglia poco ingombrante potete sempre consolarvi con le bottiglie di vetro di 0,375 litri.
Fatemi concludere con questo mio pensiero… non impronta che formato e contenitore utilizziamo per assaporare un vino, certo ci sono formati e contenitori che si adattano di più a certe tipologie di vino rispetto che ad altre, questo è fuori discussione. Però non facciamoci frenare solo dall’apparenza estetica delle cose, contestualizziamo cosa consumiamo e soprattutto quando consumiamo.
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