Tra il 2015 ed il 2020, il vigneto italiano è cresciuto del 5,25%, attestandosi a 671.139 ettari. La Spagna, che ha la maggior superficie vitata d’Europa con 944.478 ettari, ha perso il -1,48% in 5 anni, la Francia, invece, seconda per superfice con 813.505 ettari, è cresciuta di appena lo 0,96%.
L’Italia è prima nella lista dei diritti di reimpianto convertiti con un tasso dell’80% del totale tra 2016 e 2021, su un media dei 13 Paesi Ue con la maggiore superficie di vigneto al 69%, la Spagna al 76% e la Francia al 64%.
Il Belpaese ha anche la superficie vitata con più autoctoni al mondo, il 75% della sua superficie è composta da ben 80 vitigni diversi, tantissimi in più dei 40 del Portogallo e dei 30 della Romania, addirittura solo 15 per la Francia e la Spagna.
Il vitigno più coltivato è il Sangiovese, che rappresenta l’8% del vigneto totale, seguito da Montepulciano, Glera e Pinot Grigio (4% per ognuno) e dal Merlot (3%), mentre gli altri vitigni tutti insieme raggiungono pesano il 77%.
La crescita del vigneto Italia è significativa dopo la forte riduzione degli ultimi 10 anni, nel 2000 gli ettari vitati erano 792.000, fino ad arrivare ai 654.000 del 2012, oggi la crescita della superficie vitata conferma il successo del vino italiano di qualità nel mondo.