Campanilismo, maggiore offerta e consolidamento dei brand siciliani. Un mix che di anno in anno fa crescere il consumo del vino siciliano tra gli abitanti dell’isola.
Sfatato il tabù che il vino va consumato a pranzo e a cena, a casa o al ristorante. Ormai infatti sempre più persone bevono il vino durante gli aperitivi, sostituendo Aperol Spritz e cocktail similari, e lo consumano sempre più nelle pizzerie e nelle paninerie, luoghi dove fino a pochi anni fa spesso il vino neanche si trovava nei menu. E la Sicilia è la regione italiana dove si consuma maggiormente vino con l’87% degli abitanti che nel 2021 lo ha bevuto, con un aumento di due punti percentuali rispetto al 2019 prima dello scoppio della pandemia.
Un consumo però responsabile infatti due consumatori su tre in media bevono non più di quattro bicchieri di vino a settimana. E in tanti chiedono e comprano vino prodotto da cantine siciliane. Il vino preferito dai siciliani è il rosso, con i Nero d’Avola, vino autoctono siciliano, che svolge un ruolo di assoluto protagonista, il cui consumo dal 2019 al 2021 è cresciuto dal 52% al 59%. Meno bevuto ma con margini di crescita decisamente maggiori il vino bianco che nello stesso periodo è passato dal 18% al 33%. Una crescita significativa l’hanno avuta i vini biologici al primo posto tra i prodotti a maggior potenziale di crescita nei prossimi anni con il 26%.
Questi dati emergono dal report “Gli italiani e il vino, Report Sicilia”, presentato alla conferenza stampa della 54ª edizione del Vinitaly, che si svolgerà a Verona dal 10 al 13 aprile e vedrà la partecipazione di 185 aziende siciliane.
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