
Il Pendio è una di quelle cantine che negli anni sono diventate, per la loro costanza qualitativa, la loro filosofia produttiva nonché il loro vivere fuori dagli schemi prestabiliti, una realtà di riferimento nella loro zona.
Azienda agricola di 5 ettari, di cui 3,5 vitati, è sita nel comprensorio franciacortino ma nell’annata 2012 compie una scelta difficile, decidendo di uscire dal consorzio, rinunciando ad un nome di sicuro appeal sul mercato, per seguire altresì le proprie idee e convinzioni, che l’hanno resa tanto amata dagli appassionati.

Siamo a Monticelli Brusati, dove i declivi disegnano vigne tra le più alte della zona, arrivando a 450 metri laddove i ripidi pendii danno anche il nome a questa realtà, poggiando su terreni poveri, rocciosi e calcarei.
Qui Michele Loda, deus ex-machina de Il Pendio, lavora meticolosamente per trasportare nella bottiglia il suo concetto di vino, concepito come rappresentazione del territorio attraverso pulizia e precisione espressiva.
La Selossata porta un nome che incuriosisce già di primo acchitto: prodotto più unico che raro, trae origine da un viaggio e da un’idea, tramutatasi poi in sfida.
Si era nella regione dello Champagne, quando durante una visita il buon Anselme Selosse, uno dei produttori di riferimento della regione, dichiarò il proprio apprezzamento per uno Chardonnay di Michele. “Pourquoi ne pas y mettre des bulles?” chiese, ovvero, perché non spumantizzarlo?
Da li, la sfida. Questo Chardonnay, inizialmente nato come vino fermo, è stato lasciato riposare in barrique usate scolme con velo di flor per 9 anni prima dell’affinamento sui lieviti che dura 60 mesi.

A seguire, la sboccatura che ci ha regalato un totale di sole 600 bottiglie prodotte, annata 2006.
Parliamo quindi di un metodo classico messo in commercio ben 14 anni dopo la vendemmia, con un procedimento ed una storia se vogliamo unici.
Veste un colore giallo paglierino dai riflessi di oro verde. Naso caleidoscopio, dove una frutta a pasta gialla intensa gioca a dividersi la scena con note di grafite e pompelmo. Il palato dispone di un’acidità che si intercala alla salinità, slanciando un sorso dinamico e teso, con un agrume citrino che corrobora e rinfranca, e una frutta turgida, appena colta fa da cornice ad un lungo finale che va a chiudersi su leggere note di mentuccia e pepe bianco.
Vino importante, che ha un futuro luminoso davanti a sè, che può affrontare ancora tempo per guadagnane in complessità, ma che già oggi offre un sorso completo ed appagante.
Prezzo in enoteca €130,00 e li vale tutti.
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