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Le regioni italiane unite in Ue a Bruxelles contro l’etichetta sanitaria che definisce tutte le bevande alcoliche come cancerogene, incluso il vino, proposta dall’Irlanda.

La delegazione al Comitato europeo delle Regioni (CdR), rappresentata tra gli altri dai presidenti Marco Marsilio (Abruzzo), Eugenio Giani (Toscana), Alberto Cirio (Piemonte) e Luca Zaia (Veneto) ha chiesto un dibattito sul tema “ai lavori della prossima sessione plenaria” in programma il 24-25 maggio a Bruxelles. Le Regioni italiane, infatti, hanno concordato all’unanimità la linea comune per contrastare la possibile introduzione da parte dell’Irlanda di un’etichettatura che definisce tutte le bevande alcoliche come cancerogene, incluso il vino.

“Crediamo fermamente -hanno sottolineato i rappresentanti regionali e localiche la possibile introduzione di norme tecniche e restrizioni commerciali da parte del governo irlandese non siano proporzionate e soprattutto siano contrarie al diritto dell’Ue. Questa misura potrebbe compromettere il buon funzionamento del mercato unico europeo, provocando una duplicazione dei costi per i produttori di vino, il 99% dei quali sono piccole e microimprese, che sarebbero incapaci di far fronte a sistemi di etichettatura diversi in ogni singolo Stato membro e dunque resterebbero esclusi dal mercato irlandese”.

“Abbiamo scritto una lettera al presidente del Comitato europeo delle Regioni (CdR)– ha proseguito il governatore del Piemonte, Alberto Cirioe l’abbiamo sottoposta alla firma degli altri Paesi mediterranei e che hanno la cultura del vino, che condividono il principio che l’equiparazione alcol-vino-sigarette è un falso senza fondamento scientifico. Per questo chiamiamo a raccolta tutti i territori che vogliono seguire le Regioni italiane in questo percorso contro la richiesta dell’Irlanda di apporre un’etichetta sanitaria Ue sul vino”.

“Le Regioni italiane –ha concluso il governatore Cirio– sono pronte ad alzare una barriera come stanno facendo molti governi europei, prima di tutto quello italiano, che con il ministro Tajani si è fatto promotore di una missiva molto chiara indirizzata alla Commissione europea firmata da un terzo degli Stati membri, sottolineando le storture che un’iniziativa del genere potrebbe portare. Abbiamo già una squadra molto forte che in questa fase percorrerà vie politiche, poi ci sono anche quelle giudiziarie, come la Corte di Giustizia Ue. C’è tempo fino al 6 maggio quando scadranno i termini dei 90 giorni dalla notifica dell’Irlanda all’Organizzazione mondiale del Commercio”. 

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