A Taurasi alcuni ritrovamenti archeologici in contrada San Martino attestano insediamenti già dal Neolitico; il toponimo è però di origine osco-sabellica, con chiaro riferimento al toro.


Il famoso vino Taurasi è tra le produzioni principali del comune omonimo, che vanta la denominazione DOCG. Il Taurasi viene prodotto a Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca, San Mango sul Calore, Torre Le Nocelle e Venticano.

L’Aglianico, vitigno del Taurasi, è quasi sicuramente stato portato in Italia da coloni greci (VII-VI secolo a.C.). Il suo nome un tempo era “hellenico” potrebbe derivare da quello della “polis” Elea (Eleanico) oppure potrebbe essere una traslitterazione nello spagnolo dell’aggettivo Elleanico o Ellenico (cioè greco) divenuto Aglianico durante la dominazione aragonese (XV secolo) per cui la doppia “l” si è trasformata in “gl” seguendo appunto la fonetica spagnola. Esiste un documento del 1167 da cui risulta che gli spagnoli chiamavano “Aglianica” la vite coltivata a Taurasi.
Taurasi invece deriva chiaramente da Taurasia, antica città degli irpini distrutta dai romani nel 268 a.C. e che probabilmente corrisponde alla moderna Taurasi. Da qui vi scrivo qualche cenno storico.

In epoca romana il territorio dell’attuale Taurasi dovette trovarsi nell’orbita di Aeculanum. Nell’epitaffio inciso sul sarcofago del legato romano Lucio Cornelio Scipione Barbato è citata la conquista di Taurasia Cisauna nel Sannio, tuttavia è da escludere che tale antica città corrispondesse all’attuale Taurasi; il suo territorio (l’Ager Taurasinus) si estendeva invece a nord-est della colonia romana di Benevento, presso l’attuale Circello, nell’area in cui si sarebbero poi stanziati (nel 180 a.C.) i Liguri Bebiani.

Il primo documento in cui viene citata la vite di Taurasi risale al novembre 1179, periodo in cui sorgono le prime abitazioni. La creazione dell’odierna Taurasi, quasi sul medesimo sito, si ebbe con l’arrivo dei Longobardi. Nell’883, e tra il 900-910, il centro subisce una serie di distruzioni da parte dei Saraceni. Con l’arrivo dei Normanni, il “Castelli Taurase” venne ricostruito ed assegnato, nel 1101, a Trogisio di Taurasi, della stirpe dei Sanseverino. In questo periodo la baronia di Taurasi raggiunge il suo massimo prestigio ed importanza, arrivando dalle porte di Benevento e Avellino sino al territorio di Sant’Angelo dei Lombardi.
Passato per un lungo periodo di barone in barone, tanto da arrivare ad essere un possedimento dei Lautrec, e poi dei Caracciolo, il feudo ritornò nelle mani dei Gesualdo.

Carlo Gesualdo, secondo alcuni documenti, nato proprio a Taurasi nel 1566. si dedicò particolarmente all’opera di ricostruzione e ristrutturazione della città. Taurasi, fu progressivamente abbellita con nuovi e splendidi palazzi. Il principe madrigalista, noto, oltre che per aver musicato vari testi di Torquato Tasso, per aver trucidato la moglie Maria d’Avalos, sorpresa insieme al suo amante Fabrizio Carafa, amò talmente Taurasi da dedicargli un pensiero anche nel suo testamento.

Nel corso del XVII secolo, più della metà degli abitanti di Taurasi fu decimata dall’epidemia di peste che investì l’Italia. Arrivarono, poi, i Carafa d’Aragona e, dal 1726, i Latilla. Superata la parentesi della Repubblica Napoletana, durante la quale anche a Taurasi fu piantato l’albero della libertà, i Latilla tornarono a Taurasi e vi rimasero fino all’abolizione della feudalità
Nel 1809 si ha la nascita ufficiale del comune di Taurasi, il quale fu aggregato amministrativamente al circondario di Mirabella nell’ambito del distretto di Ariano, all’interno della provincia di Principato Ultra. Nel 1860 Taurasi è annessa al Regno d’Italia e aggregata al mandamento di Mirabella, nell’ambito del circondario di Ariano di Puglia, all’interno della provincia di Avellino.

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