Per “genius loci” si intende l’animo di un luogo, di un territorio, quello che ne determina il carattere e la personalità.
San Francesco è il primo a denominare Madre la Terra, ripresa recentemente da Papa Francesco nella sua Laudato Si. Ecuador e Bolivia hanno messo nella loro Costituzione norme di protezione della “Pacha Mama” (Terra Madre). Negli USA il monte Taranaki e il lago Erie, così come in Nuova Zelanda il fiume Wanganui in Aotearoa, possiedono uno statuto da essere viventi. In India il fiume Gange è riconosciuto come “entità vivente”. Gli indiani dell’America avevano delle terre sacre.
Già al tempo dei Romani si utilizzava il “genius loci” per indicare un luogo che produceva un grande vino, tipo l’antico Falernum. Sulle anfore si poneva il “pittacium” in terracotta riportante il luogo di produzione, l’annata e il nome del produttore. Sino al 1700 circa i vini venivano denominati con il luogo di produzione. L’uso del nome di vitigno è abbastanza recente.
I Benedettini dal 500 e i Cistercensi dall’anno 1000 hanno classificato i crus della Borgogna con i nomi toponomastici, cui seguirono i crus del bordolese nel 1855. Oggi in Francia, sempre con il nome dei terroirs, i crus sono molte migliaia, mentre in Italia sono solo alcune centinaia.
La prima legislazione sulle denominazioni di origine è francese (1935) mentre quelle della CEE (oggi UE) ed italiana (1963) sono giunte nel secondo dopoguerra. La nostra storia sulla protezione dei “genius loci” è pertanto antica e non ha nulla da invidiare a quelle di altri Paesi. La protezione riguarda il locus di produzione e i vini originati dal terroir. Bisogna riconoscere che i vini di terroirs consentono di portare nel mondo un linguaggio specifico, assente nei vini anonimi. L’uomo parla ai consumatori mediante i prodotti del proprio terroir.
Il mercato ha premiato questo sistema pagando i vini d’origine a prezzi spesso nettamente superiori a quelli dei vini da tavola sprovvisti di indicazione geografica e i produttori hanno aderito alle DOC, DOCG e IGT per quasi il 70% della produzione italiana. I prezzi dei terreni vitati di certe zone sono schizzati a livelli inimmaginabili. Alcuni terroirs sono patrimoni culturali dell’UNESCO per i paesaggi disegnati dai vigneti e sicuramente altri otterranno questo riconoscimento.
Nella nostra Costituzione non abbiamo riferimenti alla protezione dei genius loci, essendo nata in un periodo in cui certe sensibilità attuali verso la natura non erano sentite. Tuttavia la legislazione europea e quella italiana da tanti anni protegge i valori culturali ed economici del genius loci e dei vini di eccellenza da essi prodotti.
Vi sono tanti Paesi viticoli (es. nuovo mondo) che non accettano le limitazioni al diritto di libertà della proprietà privata ed usano il marchio in etichetta, ma le garanzie non sono in genere equivalenti a quelle assicurate dalle denominazioni di origine, specialmente di piccole dimensioni, tipo i crus.

prof. Mario Fregoni
Presidente onorario dell’OIV
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