Dopo la battuta d’arresto e i due anni sottotono causata dall’emergenza sanitaria, la manifestazione DiVino Festival a Castelbuono riparte con tantissime novità che si vanno ad aggiungere a quello che ormai si configura come l’evento più longevo in Sicilia in campo enologico.
A raccontarci le sensazioni e le emozioni della ripartenza è il direttore della manifestazione, Luca Martini, campione del mondo dei sommelier, che incrociato il DiVino Festival nel 2013 nella veste di testimonial, è rimasto folgorato dal contesto ambientale e dalle potenzialità vitivinicole del comprensorio madonita, a tal punto da diventarne Direttore. Un evento da lui definito “il più importante del comparto del vino in Italia nel periodo estivo”, ma soprattutto decidendo d’investire nel territorio, acquistando un’azienda vitivinicola con un’atto d’amore e soprattutto tributando un credito di fiducia alla produzione di vini di alta qualità in Sicilia.
L’impronta che Luca Martini ha impresso all’edizione 2022 del DiVino Festival, nell’anno della ripartenza è stata all’insegna del riannodamento del filo interrotto nel 2019, un anno straordinario per i risultati conseguiti dalla manifestazione, in termini di partecipazione di cantine e rilevanza mediatica dell’evento. Centralità è stata data alla produzione dei vini autoctoni dell’Isola, dove a dire del direttore Martini, oggi si riscontra grande fermento per un comparto che sta mietendo successi in ambito internazionale, dove due terroir come l’Etna con il Carricante e il Nerello Mascalese e la zona collinare dell’agrigentino con il Nero d’Avola si stanno imponendo come territori dove si producono vini di assoluto valore e di eccellenza internazionale
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E soprattutto sulle potenzialità del Nero d’Avola, impiantato in un triangolo ben determinato a cavallo della provincia nissena e agrigentina, che si sofferma l’attenzione di Martini, per una qualità eccelsa che rende il Nero d’Avola, a suo dire, un vino suadente, affascinante e sensuale che per spiccare definitivamente il volo in ambito internazionale, necessita di una chiara connotazione territoriale, mentre oggi viene percepita come generica regionale e di un logo e di un brand chiaro che ne sostanzi ed evidenzi la natura di un vino sicuramente di grande successo.
A esprimere la rilevanza dei vini autoctoni siciliani, quest’anno indubbi protagonisti del DiVino Festival, è stata la scelta nell’ambito della degustazione “Colazione dei Campioni” di selezionare tre vini come il Nerello Mascalese d’annata, il Carricante Giovane, entrambi coltivati sulle pendici dell’Etna e il Nero d’Avola longevo che hanno fatto da contraltare alla scelta degli anni precedenti, dove protagonisti sono stati i grandi vini internazionali. Un deciso cambio di passo, una svolta che ci fornisce la dimensione e il rilievo del cammino qualitativo intrapreso dai vini autoctoni siciliani.
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