Si è conclusa la 30esima edizione del Merano Wine Festival, quest’anno vissuta veramente a misura d’uomo o meglio a misura di degustatore.
Al Merano Wine Festival non sono mancati momenti di completa euforia nel rivedere, dopo due lunghi anni, amici e professionisti del settore con la quale ci siamo confrontati sulle ultime annate dei vini degustati.
Come sempre, differenti le occasioni per assaggiare vini dall’Italia e dall’Estero, nelle diverse location; l’esclusivo Hotel Terme per i vini Bio&Biodinamici di Natura et Purae, il Kurhaus che ha ospitato le selezioni dei vini The Wine Hunter, senza dimenticare il Gourmet Arena con il food ed anche i vini della Trento Doc e i Rosa di Puglia.
All’esterno i padiglioni riservati ai vini dell’Oltrepò Pavese, poi la Casa del Sannio, ed i vini del Consorzio del Garda.

I numeri:
Il Merano WF ha accolto 600 produttori di vino, di Spirits e culinaria. Più di 5000 le presenze tra giornalisti, buyers e degustatori nelle varie location, e per l’anno prossimo, Helmut Kocher organizzatore del Merano WF, crede sia importante non superare la soglia delle 1500 presenze giornaliere al fine di poter avere una perfetta interazione tra produttori e personaggi del mondo del vino.
Da sottolineare quanto sia stata apprezzata la collezione di 450 vini prodotti da 400 aziende diverse, nel panorama di The Wine Hunter Area al Kursaal degustate da un pubblico davvero selezionato.
Quest’anno coinvolti anche gli amici dei social media, che hanno dato una visibilità all’evento con più di 100 mila interazioni sui post.

Ecco le degustazione di alcuni vini particolari: Rascioni e Cecconello con il Ciliegiolo Poggio Ciliegio Bio in Purezza, espressione del territorio grossetano con le nuance di un vino di prestigio. L’Azienda veneta Fongaro con il suo Metodo Classico, bollicine fini ma soprattutto eleganti per un finale appassionato.
Gianfranco Fino e Simona Natale con l’Es, il loro primitivo di Puglia che è senza dubbio un must nelle produzioni vitivinicole italiane e ancora ricordo un finale instancabile, piacevolmente sapido. Saliamo in Piemonte, in Cascina La Ghersa con Massimo Pastura, qui ti immergi completamente nei profumi del Monferrato; mi ha sorpreso con un moscato da fuori programma, da tenere in cantina per quegli amici increduli di cosa posa dare un Moscato.

Il Cerasuolo di Vittoria, unica Docg siciliana, della giovane ed interessante azienda di Caltagirone Tenuta Valle delle Ferle.
E poi in Campania, con i vini del Sannio con Libero Rillo il Presidente del Consorzio del Sannio appunto, qui le sorprese non sono mancate, padrona di casa la Falanghina tra i bianchi e l’Aglianico tra i rossi ma anche Coda di Volpe e Fiano.

Da non dimenticare la serata dedicata all’Azienda altoatesina Colterenzio e la presentazione al Teatro Puccini del Sauvignon Lafòa 2019 oltre alle diverse annate dell’Azienda, preceduto dalle immagini emozionanti del “Corto” di Carlo Guttadauro dedicato ai vini di Colterenzio. Immancabile arrivare poi fino in alta quota, sempre in Alto Adige, per degustare i vini di Josef Arunda Vivaldi, indimenticabile il suo Brut 1985.
Effettivamente posso dire di aver goduto della Bellezza dei 30 anni del Merano Wine Festival.