Le diverse sfumature degli spumanti rosato etnei, metodo classico, dagli affascinanti sentori aromatici possiedono una qualità produttiva che oggi diventa imprescindibile per esaltare le doti innate di uve che, a seconda del terroir e del processo di vinificazione, assumono tratti più o meno caratteristici.
Questo è stato il tema protagonista della prima masterclass durante una delle manifestazioni dedicate agli spumanti più attese dai tanti wine lovers e specialisti del settore: Spumanti dell’Etna 2022. La manifestazione è un viaggio sensoriale rivolto agli appassionati e non solo, dove l’obiettivo principale è far conoscere le diversità e le peculiarità di ogni spumante del territorio etneo.
Una masterclass di approfondimento all’interno delle splendide sale di Palazzo Scammacca, condotta da Francesco Chittari Docente Fondazione Italiana Sommelier, che ha visto protagonista le aziende etnee che si caratterizzano nella produzione di spumanti rosati dell’Etna, dal titolo “Non chiamateli rosé”. A lungo si è discusso in merito al titolo provocante di questa masterclass evidenziando che il vino “Rosa”è stato poco attenzionato per anni ma finalmente sta vivendo una nuova vita. Oggi il suo colore e il suo sapore delicato ma intrigante, in genere più complesso riguardo agli spumanti bianchi, stanno finalmente ottenendo il riconoscimento dovuto ovvero quello dell’identità di un territorio. La questione non è tanto sul fatto che rosé non possa essere un termine identificativo ma il problema sta nel fatto che non è una parola italiana; infatti, l’obiettivo è oggi quello di limitare l’utilizzo nel mondo vitivinicolo di parole francesi, laddove è possibile.
La volontà è quella di recuperare l’identità esclusiva italiana raccontando l’unicità delle storie di famiglia che si celano dietro le etichette, prendendo così coscienza del valore dei propri prodotti.
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È stato inoltre interessante fare il punto con quanto negli ultimi anni è stato fatto dal Consorzio Etna Doc, qual è la direzione che questo direttivo sta percorrendo e cosa siamo chiamati a fare per il bene comune. Nel suo intervento il produttore Seby Costanzo, ha sottolineato la grande voglia e il grande fermento che c’è sull’Etna, che ci chiama a grandi responsabilità.
Dopo si è passati ad approfondire ai metodi di produzione del vino rosato e ai numeri di produzione dei vini spumanti potendo così ben apprezzare le sorprendenti tendenze di crescita. Nel mondo enologico esistono diversi modi per fare lo spumante, quelli più comuni includono il Metodo Classico o Champenoise, il Metodo Charmat o Martinotti (con rifermentazione in autoclave) e il metodo ancestrale. In Italia, i metodi più comunemente utilizzati sono quello tradizionale del Metodo Classico, con la seconda fermentazione in bottiglia e lo Charmat in cui la seconda fermentazione avviene in autoclave. Il famoso tocco rosato si può ottenere in diversi modi: per macerazione (de saignée, un “sanguinamento” che porta all’estrazione del colore attraverso il contatto del mosto con le bucce) o mescolare in uvaggio uve a bacca nera e bianca (d’assemblage). Come si può notare siamo sempre indotti ad usare terminologie francesi.

Le diverse tonalità ai calici, i differenti bouquet aromatici, le percezioni gusto-olfattive sono tutti aspetti dei vini in degustazione che i produttori dell’area etnea.
I produttori presenti, Seby Costanzo Cantine di Nessuno, Giorgio Mannino e Arianna Vitale Tenute Mannino di Plachi, Maria Carrella e Graziano Nicosia Cantine Nicosia, Gina Russo Cantine Russo, Claudio Di Maria Murgo, hanno descritto e messo in discussione, ponendo l’attenzione sulle loro diversità gustative e soprattutto territoriali.
Questi gli spumanti in degustazione con i nostri appunti:
- Mon Pit Brut Metodo Classico Rosato Millesimato 2017 , degorgement 2022 con permanenza sui lieviti 36/48 mesi ottenuto da uve autoctone dell’Etna Nerello Mascalese 80% e Nerello Cappuccio 20%. Prodotto da Cantine Russo nel versante nord-est dell’Etna, Solicchiata, Castiglione di Sicilia(CT) si presenta alla vista con un brillante manto rosa cerasuolo, caratterizzato da un perlage fine e persistente. Svela all’olfatto intensi e complessi profumi di ciliegia, fragoline di bosco, rosa rossa e una delicata scia minerale. Assaggio deciso e di carattere caratterizzato da un’appagante cremosità carbonica che solletica il palato, accompagnata da un’intrigante freschezza e sapidità.
- Apum Brut Spumante Metodo Classico Etna Doc Rosato Millesimato 2018 da uve Nerello Mascalese di Cantine di Nessuno, cantina etnea sul versante est dell’Etna, a Trecastagni. “Nasce dalla voglia di offrire un’ulteriore espressione delle bollicine etnee. – dichiara Seby Costanzo – Il nome Apum è il vezzeggiativo di papà, usato dalla mia piccola Chiara, nata mentre prendeva vita Cantine di Nessuno. Un dono a mia figlia”. Brillante rosa tenue dal perlage fine e persistente. Delicato il profilo olfattivo con note di piccoli frutti di bosco e sfumature minerali; vibrante vena sapida protagonista e di buona struttura.
- Sosta Tre Santi Etna Rosato Brut Millesimato a dosaggio zero da Nerello Mascalese (l’attuale disciplinare Doc non contempla la dizione extra brut o pas dosé), vendemmia 2020 e sboccatura 2022, prodotto da Cantine Nicosia con uve selezionate provenienti dagli alti terrazzamenti lavici del versante sud-orientale del vulcano, essenzialmente in comune di Trecastagni. Il nome Sosta Tre Santi è un tributo a Trecastagni e ai suoi tre santi protettori Alfio, Cirino e Filadelfo, che nel loro viaggio verso il martirio fecero sosta nella cittadina dove ancor oggi viene loro riservata una grande devozione popolare. Dopo circa 20 mesi di affinamento sui lieviti in bottiglia, si giunge ad un brillante rosa tenue, dal perlage fine e persistente. Impatto olfattivo complesso, elegante ed intenso con note che spaziano dal floreale ai frutti rossi e ancora, spezie (pepe rosa), miele d’acacia, cannella e una delicata crosta di pane. Straordinaria coerenza gusto-olfattiva, si presenta al palato corposo, fresco con un’elegante scia sapida e una lunga persistenza.
- Caterina di Plachi Spumante Etna Doc Rosato di Tenute Mannino di Plachi, annata 2018 sboccatura 2022. Nato dall’amore del marito nei confronti della moglie, tanto da dedicarle uno spumante. E’ caratterizzato da 24 mesi sui lieviti, ottenuto da Nerello Mascalese sul versante Nord dell’Etna nelle contrade Pietra Marina e Bragaseggi nel Comune di Castiglione di Sicilia. Alla vista si presenta con un brillante rosa tenue dal perlage fine e persistente. Mostra al naso una successione di profumi fruttati, dal lampone alle fragoline di bosco integrata da fragranze di rosa, vaniglia e note di pasticceria. Fresco ed elegante in bocca, con una dotazione sapida che dona spessore al palato e una lunga ma delicata persistenza gustativa..
- Extra Brut Rosato, Metodo Classico da Nerello Mascalese vendemmia 2016 e sboccatura a febbraio 2022 di Cantine Murgo, cantina sita nel versante est dell’Etna, a Santa Venerina, è stata la prima sul vulcano a produrre spumanti metodo classico. Brillante rosa cerasuolo dal perlage fine e incessante. Delicato e intenso il profilo olfattivo: pietra focaia, profumi di ciliegia, fragoline di bosco, melagrana, pan brioche, crosta di pane e note speziate di pepe rosa. Al gusto si mostra con una vena sapida protagonista ma si diffonde cremoso e avvolgente, in una lunga progressione.
- A Presa, frazione di Piedimonte Etneo in provincia di Catanianasce lo Spumante Etna Doc Rosato di Tenute Orestiadi La Gelsomina, un Metodo classico, affinato almeno 30 mesi sui lieviti, dai grappoli di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio. All’impatto visivo si presenta con una brillante veste dal colore rosa tenue che vira al cerasuolo. Note di rosa, frutti rossi di bosco, salvia con delicate sfumature fragranti di croissant e crosta di pane si susseguono all’olfatto. Il sorso mostra freschezza e sapidità, esprimendo un finale impreziosito dal ritorno di piccoli frutti rossi.
- Gaudensius Etna Doc Rosato Brut da Nerello Mascalese di Firriato, prodotto nella Tenuta di Cavanera sull’Etna, in contrada Verzella. Un metodo classico con un brillante manto rosa tenue, dal perlage fine e persistente. Offre fragranti profumi di frutta, ciliegia e fragoline di bosco, lampone e melograno, con delicati rimandi di vaniglia e pepe rosa. Intrigante al palato, è cremoso, dotato di una decisa sapidità esaltata dalla freschezza, in dinamico equilibrio con le finissime bollicine e le parti morbide, preludio di un lungo finale dai toni agrumati.
L’elemento che accomuna tutti gli spumanti presenti in degustazione e che ha incuriosito e affascinato i presenti è l’amore declinato in forme diverse da cui provengono prodotti di grande eccellenza e qualità vitivinicola: l’amore del padre alla figlia, l’amore del marito alla moglie ma anche l’amore e la devozione per i Santi patroni.
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