Carlo Petrini lascia la presidenza di Slow Food. La notizia arriva durante lo svolgimento dell’VIII congresso internazionale dell’associazione che il 73enne stesso ha fondato nel 1986 a Bra, in Piemonte. A succedergli è Edward Mukiibi, vicepresidente ugandese che nacque proprio nell’anno in cui “CarlinPetrini fondava Slow Food.

Una scelta ponderata negli anni e maturata anche grazie alla voglia dare una sterzata a quel movimento che ha come mission quella di attribuire al cibo il suo giusto valore nel pieno rispetto di chi lo produce e in consonanza con il sistema ambiente.

Carlo Petrini, fondatore di Slow Food

Quella di Petrini è stata una scelta meditata e maturata nel tempo, legata anche al desiderio di dare una svolta generazionale al movimento no profit che si occupa di ridare valore al cibo, nel rispetto dei produttori e in armonia con ambiente ed ecosistemi. «Non me ne vado, perché resto pur sempre il fondatore – ha, però, ribadito lo stesso Petrini – perciò non voglio cerimonie di amarcord e di distacco».

Il 16 luglio 2022, dunque, resterà una data impressa nella storia di Slow Food, poiché proprio in questa giornata il movimento della Chiocciola ha organizzato a Pollenzo (frazione di Bra, Cuneo) il suo VIII Congresso Internazionale: un momento storico, di profondo cambiamento e di rigenerazione. Un passo fortemente voluto dal fondatore.

Un congresso costituito da oltre 50 delegati dai cinque continenti, riuniti nella sede dell’Università di Scienze Gastronomiche, che ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione, affidando alla nuova leadership ad Edward Mukiibi, giovane agronomo ed educatore ugandese, nato esattamente 36 anni fa. Il 1986, infatti, fu l’anno delle proteste contro l’apertura di McDonald’s a Roma. Mukiibi ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Slow Food dal 2014 fino a oggi.

Edward Mukiibi, nuovo presidente Slow Food

«È il momento giusto per ricostruire, rafforzare e rinnovare. Anche le più piccole azioni messe in campo dalle nostre comunità sono portatrici di una speranza concreta per le nostre vite, perché siamo una famiglia globale: ciò che riguarda uno di noi riguarda tutti, indipendentemente dalle differenze geografiche, sociali e culturali. Come Slow Food, è importante essere coscienti del fatto che una piccola azione intrapresa a livello locale può avere un impatto enorme altrove – sottolinea Edward Mukiibi. Vorrei esortare ciascuno di noi a lavorare con lo stesso spirito di resilienza dimostrato durante la pandemia, con lo stesso senso di appartenenza e solidarietà. Lo scopo rimane lo stesso: dar vita a un sistema alimentare che garantisca cibo buono, pulito e giusto a tutti. È questo il nostro ruolo comune Abbracciamolo con convinzione».

«Il cibo è il principale responsabile del disastro ambientale. Il nostro movimento, impegnato da trent’anni a garantire l’accesso al cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti, deve avere il coraggio di assumere un ruolo politico di primo piano nel frenare questa deriva dai risvolti catastrofici – dichiara Carlo Petrini. Abbiamo bisogno di una governance che lasci spazio alle nuove generazioni, dobbiamo avere la capacità di coniugare il nuovo con la storia. Il mondo di oggi è però profondamente diverso da quello degli inizi del nostro movimento: c’è quindi bisogno di farci affiancare e indirizzare dalla creatività e dall’intuizione di soggetti nuovi capaci di interpretare il presente, per poi delineare la traiettoria che consentirà il raggiungimento di traguardi futuri».

Il Consiglio di Amministrazione di Slow Food
Il Congresso ha rinnovato anche il Consiglio di Amministrazione di Slow Food. Ne fanno parte sette persone, quattro donne e tre uomini provenienti da diversi angoli del mondo, un gruppo che è il riflesso della ricca diversità che da sempre contraddistingue il movimento. Del Consiglio di Amministrazione fa parte il presidente, Edward Mukiibi, mentre Carlo Petrini è membro di diritto in qualità di fondatore.

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