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Slow Wine Fair continua ad affermarsi all’interno del panorama delle manifestazioni italiane e internazionali dedicate al vino caratterizzata da un’ampia selezione di cantine in catalogo, utile ai professionisti per stringere accordi commerciali e agli appassionati per accrescere i loro orizzonti degustativi.

Organizzata da BolognaFiere e SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, con la direzione artistica di Slow Food, Slow Wine Fair è nata dal connubio fra la trentennale esperienza di BolognaFiere nel mondo del biologico con SANA e lo storico impegno di Slow Food sui temi della biodiversità, della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale.  

Della Commissione fanno parte non solo redattori della guida Slow Wine, ma anche giornalisti che vengono da esperienze diverse come Gambero Rosso ed Espresso, anche a livello internazionale, ad esempio Deborah Parker Wong e Juan Gualdoni per l’America Latina. La percentuale di aziende estere della prima edizione era del 15% ma nel 2023 sarà ancora più ampia e con caratteristiche ancora più omogenee. 

«Le ultime annate del vino ci insegnano che in futuro sarà sempre più difficile per i nostri produttori contrastare la siccità, in alcuni casi estrema come nel 2022. Nel Sud Italia le temperature hanno raggiunto valori da record che hanno messo a dura prova produttori grandi e piccoli con precipitazioni che hanno fatto registrare quasi il 50% in meno. Ma contrastare la siccità significa agire sulla crisi climatica, cambiare l’attuale modello agricolo da intensivo in agroecologico e seguire la natura – sottolinea Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia-. Il modello intensivo che minaccia l’ambiente impoverisce tutti i produttori generando la rincorsa sui prezzi, favorisce il caporalato e il lavoro nero. Per questo è importante essere a Bologna insieme alle centinaia di vignaioli e vignerons della nostra rete internazionale per la seconda edizione della Slow Wine Fair: per difendere il vino buono, pulito e giusto, per confrontarsi sul futuro del vino e per incidere nel futuro di quella viticoltura, troppo legata all’uso della chimica di sintesi, che ha stravolto la biodiversità dei terreni e il paesaggio rurale in cambio del profitto e della produttività».

Slow Wine Fair

«In Italia, la viticoltura bio è aumentata in maniera significativa e incide per il 19% sulla superfice complessiva di vigneto, la percentuale più alta nel mondo, che supera la quota complessiva di superficie bio nazionale del 17,4%. Secondo uno studio effettuato da Nomisma, Osservatorio SANA e Wine monitor le prospettive di sviluppo del vino bio Made in Italy sono molto interessanti. Lo sviluppo della viticoltura bio fornisce un contributo fondamentale all’affermazione di una sostenibilità economica, sociale e ambientale di cui ritengo ci sia davvero bisogno per il futuro», sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

Importanti sono le novità che Slow Wine Fair 2023 ha in serbo per il proprio pubblico: la prima consiste nell’allargamento della platea degli operatori coinvolti, che comprenderanno anche i produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità. La seconda new entry riguarda, invece, l’universo delle bevande spiritose, dei distillati, degli amari, dei liquori e molto altro.

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