Il borgo di Tropea, vincitore dell'edizione 2021 del format "Borgo dei Borghi"

Grande successo anche quest’anno per il contest “ Borgo dei Borghi” che ha visto milioni di italiani mobilitarsi per votare e fare votare il borgo più bello d’Italia. Un fenomeno sociale e culturale dai risvolti sicuramente positivi perché ha consentito ad un pubblico vasto composto da potenziali turisti di conoscere posti bellissimi, divenuti mete turistiche che appena sarà possibile, torneranno ad essere visitate da quanti amano l’arte, la storia, la cultura e l’enogastronomia.

Difatti causa dell’emergenza Covid i borghi italiani sono diventati sempre più attrattivi, piccoli paesi sconosciuti ai più sono riusciti a suscitare l’interesse dei tour operator e dei turisti italiani e stranieri interessati a provare un turismo slow che porta a scoprire un’Italia conosciuta a pochi, ma ricca di di storia, tradizioni, cultura, monumenti e soprattutto di prodotti tipici che i competitor turistici stranieri ci invidiano.

Vediamo di capire meglio questo format e i suoi retroscena, che hanno fatto impazzire gli italiani, laddove la vittoria è molto ambita come dimostrano i flussi turistici sviluppati dai comuni vincitori delle edizioni precedenti.

Il Borgo dei Borghi è un concorso organizzato dall’associazione “Borghi più belli d’Italia” con il sostegno della Rai e della trasmissione Kilimangiaro con l’obiettivo di promuovere e di valorizzare i territori, la storia, la tradizione e l’offerta turistica dei piccoli borghi. Per partecipare innanzitutto occorre essere iscritti all’Associazione che prevede il rispetto di alcuni criteri.

Il borgo di Ganci, vincitore della prima edizione nel 2014 del contest “Borgo dei Borghi”

Il concorso nasce nel 2014, nella prima edizione è stata vinta da Gangi, un paesino in provincia di Palermo. L’anno successivo, invece, il titolo di vincitore è stato assegnato a Montalbano Elicona in provincia di Messina e, nel 2016, è stata ancora la Sicilia a trionfare con Sambuca in provincia di Agrigento. Nel 2017, invece, il titolo il borgo più bello è stato Venzone in provincia di Udine mentre nel 2018 ha trionfato Gradara in provincia di Pesaro-Urbino nella versione primaverile e Petralia Soprana in provincia di Palermo nella versione autunnale. Infine, nel 2019, ha trionfato su tutti Bobbio, in provincia di Piacenza, paesino medievale sulle rive del fiume Trebbia, in Emilia Romagna. Secondo è arrivato Palazzolo Acreide, centro barocco del Siracusano, patrimonio Unesco. Un’edizione che ha innescato una forte polemica che ha rischiato di finire a carte bollate. Infatti Palazzolo era stata scelto dal televoto (42%) e a pesare sull’esito finale è stato il voto della giuria composta, tra gli altri, dal critico d’arte Daverio (deceduto successivamente nel settembre 2020) che nel 2018, si scoprì, era stato insignito di cittadinanza onoraria di Bobbio. In quell’occasione la giuria tecnica pesava per il 50% del voto finale e tutti i giurati si espressero a favore di Bobbio, sovvertendo il voto della giuria popolare che per settimane mobilita l’Italia da Nord a Sud. Tutto si concluse con le scuse del critico d’arte alla Sicilia e ai Siciliani per le parole veementi utilizzate per difendersi dall’accusa di avere votato in situazioni di evidente conflitto d’interesse a favore del borgo emiliano.

Classifica dell’edizione 2021

Anche quest’anno la giuria tecnica ha sovvertito l’esito del voto espresso dalla giuria popolare, infatti secondo i dati pubblicati dalla Rai a votare via web per la cittadina delle Madonie è stato il 37,89% dei sostenitori, Tropea – borgo vincitore – ha avuto il 14,3% e in terza posizione Grottammare con l’11,19%. Il terzo posto di Geraci Siculo è stato raggiunto esclusivamente con il voto via web, invece, Tropea, Baunei e Albori hanno potuto godere del voto della giuria che assegna il 33,3% in più al voto via web.

Questo ci riporta alle polemiche tipiche del dopo festival di Sanremo, quando la giuria di qualità o demoscopica sovverte il voto popolare, oppure come il tormentone di Alessandro Borghese, che con il suo voto – si sa – può confermare o ribaltare completamente il risultato. Questa volta, però, la cosa è più delicata, perché si discute dell’ambitissimo titolo di “Borgo dei Borghi” e gli interessi economici in ballo sono fortissimi, dal momento che la vittoria del contest pùo cambiare le sorti di un piccolo borgo e della sua comunità.

Quest’anno non vi è stato però il codazzo di polemiche della scorsa edizione e la sconfitta della cittadina siciliana, che aveva stravinto il voto sul web, è stata accettata sportivamente dal sindaco di Geraci Siculo, il bellissimo borgo medievale appollaiato nelle Madonie in provincia di Palermo che nonostante l’amaro in bocca per il terzo posto ha riconosciuto la vittoria di Tropea, complimentandosi immediatamente con il sindaco della cittadina calabrese e affermando al contempo che il concorso ha costituito una eccezionale vetrina, ringraziando la Rai e l’Associazione Borghi più belli d’Italia per l’opportunità data.

Camila Raznovich, conduttrice della trasmissione “Il Borgo dei Borghi”

Prendendo atto dell’atteggiamento signorile del primo cittadino di Geraci, non si può nascondere che l’anomalia persiste e che il voto popolare che premia di regola i borghi siciliani e anche con distacchi considerevoli , viene sistematicamente sovvertito dal voto dei tecnici chiamati dalla Rai a bilanciare un vantaggio competitivo che la stessa conduttrice del programma Camila Raznovich riconosce, giudicando la Sicilia praticamente “imbattibile”, tenuto conto che delle 8 edizioni ben 4 sono state vinte da borghi siciliani e nelle altre occasioni i rappresentanti siciliani sono andati vicini all’obiettivo e solamente il voto tecnico non gli ha consentito di vincere. Questo denota che i siciliani fanno squadra e con spirito campanilistico si mobilitano per sostenere i loro Borghi in una competizione che accende i riflettori dell’opinione pubblica nazionale e conferisce la possibilità dell’inserimento nei circuiti turistici con indubbi benefici economici.

Svelati i retroscena del format e della sua breve ma intensa storia, occorre riconoscere che i borghi, anche prima che scoppiasse l’emergenza Covid, erano un punto di forza del turismo nazionale. I numeri pre-pandemia parlavano di oltre 4 milioni di visitatori all’anno e oltre 15 milioni di giornate di presenza. per la ripresa di un comparto che valeva nel 2019 oltre 2,65 miliardi di euro e 15 milioni di enoturisti.

La rivalutazione dei piccoli Borghi è una leva importante per l’espansione e la crescita dell’enoturismo, infatti il combinato disposto Borghi minori e campagna aperta è vincente e ben si adatta alla nuova vacanza in sicurezza, tra vigne, degustazioni all’aperto e piazze bellissime e non affollate. Questo permetterebbe di intercettare la tipologia dell’enoturista che ha un’età media di 48 anni.

Una buona metà di essi ha dichiarato di visitare e trascorrere un periodo di vacanza nei territori del vino almeno una volta l’anno. Ed è un turista del vino prettamente regionale poiché di regola un terzo di essi rientra normalmente a casa dopo avere terminato la visita.

Interessante comunque è la spesa media dell’enoturista giornaliero che assomma a circa 80 euro tra acquisti e degustazioni; mentre per chi preferisce la formula del pernottamento, la spesa giornaliera cresce fino a 155 euro.

Ecco le ragioni per cui le nuove modalità di interazione con i social e il web hanno modificato le strategie di marketing territoriale, aiutando la promozione di un pezzo significativo del territorio italiano, altrimenti votato all’oblio, all’abbandono e alla marginalità, diventando peraltro una grande opportunità per tutto il comparto legato al turismo enogastronomico.

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