Sempre più corteggiati i distillati conquistano un vasto pubblico che si dedica alla degustazione da esperto o quasi. Se questo universo è differente da quello del vino, la degustazione merita una particolare attenzione per evitare di commettere piccoli ma importanti errori.
Adoperare le corrette tecniche di degustazione per bere un buon bicchiere di whisky, rum, grappa o qualsiasi altro distillato è necessario per apprezzare al meglio le caratteristiche del prodotto in questione. Per degustazione si intende l’intera esperienza sensoriale di una bevanda impiegando correttamente tutti e cinque i sensi: dal tatto, al gusto, all’olfatto, vista e anche l’udito.
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Ma per una godere al meglio, dal punto di vista sensoriale, questi prodotti frutto di territori e produttori completamente diversi è necessario evitare 8 errori che più frequentemente vengono commessi:
1. Non prestare attenzione alla temperatura di servizio
Come per il vino, la temperatura di degustazione è importante e bisogna fare una distinzione tra distillati “bruni” e distillati “bianchi”. Un distillato scuro (whisky, rum, cognac), cioè affinato in legno, si gusta al meglio a temperatura ambiente (in realtà più sui 16-17°) ma contrariamente a quanto si crede, è sconsigliato prendere in mano il bicchiere per scaldarlo; questo avrebbe maggiori probabilità di far emergere gli esteri (corpi neutri che contribuiscono all’aroma del vino). Distillati bianchi come vodka, tequila o gin possono essere gustati freddi (6°), anche con ghiaccio, proprio come liquori e distillati aromatizzati, ma non la grappa in quanto non sentireste i suoi inebrianti ed unici profumi.
2. Trascurare la forma del bicchiere
I distillati pregiati meritano, come i vini, bicchieri adatti in modo che gli aromi si depositino lentamente e riempiano l’intero bicchiere. Con una forma non idonea si può solo sentire l’odore dell’alcool a discapito degli aromi. I vetrai tradizionali generalmente offrono bicchieri da whisky o cognac che possono essere usati per rum o armagnac. Il modello di bicchiere tumbler, piuttosto basso e largo, ben si adatta a distillati degustati freschi o con ghiaccio, per la grappa il bicchiere deve essere a piccolo tulipano che esalta i suoi profumi.
3. Bere troppo velocemente
Prenditi il tuo tempo per far “respirare” il tuo spirito in anticipo lasciandolo nel bicchiere, non per questioni di impostazione della temperatura, ma piuttosto per aromi e apertura. Puoi anche far respirare la tua bottiglia aprendola per un terzo.
4. Assaggiare uno spirito come un vino
Al contrario di un vino, un cognac o un rum non “gruma” e non se ne beve un sorso lasciandolo in bocca, perché l’alcol brucerebbe poi le papille gustative. L’olfatto qui è fondamentale – rappresenta l’80% della degustazione – e il naso offre una pletora di profumi che si susseguono e si confondono con l’aria. Bisogna infatti, prima sentire gli aromi sprigionati nel bicchiere a piccoli tocchi, poi prendere qualche goccia del prezioso nettare sulla punta delle labbra e portarle al palato. Al termine della degustazione, il bicchiere vuoto rivela ancora nuovi aromi – molto più che per il vino – e questo passaggio finale è molto importante.
5. Pensare a te stesso come un barista
La preparazione dei cocktail richiede regole d’oro. Avventurarsi in miscele pericolose senza sapere realmente dove si sta andando rischia di rovinare il prodotto.
6. Scegliere il momento sbagliato
Il momento giusto per degustarlo è senza dubbio fuori pasto, per apprezzare al meglio la bevanda.
7. Tenere la bottiglia sdraiata
A differenza dei vini, gli alcolici vengono conservati sempre in posizione verticale, ovviamente al riparo dalla luce e dall’umidità.
8. Attenersi a un marchio
La parola d’ordine è esplorare. Non bere sempre lo stesso whisky o la stessa marca di grappa o cognac. Oggi, questo universo innovativo abbonda di produttori artigianali, prodotti eccezionali e serie limitate originali dall’Oceano Pacifico all’Asia passando per il nord Europa, la Francia e le Indie Occidentali, ma anche Guatemala, Messico, Barbados, Indonesia, Filippine, Hawaii e Giappone. E non dimenticate che la grappa è un orgoglio nazionale in quanto può fregiarsi di questo nome solamente “un distillato di vinacce prodotte e distillate in Italia“.
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