Nei primi otto mesi dell’anno l’export del vino italiano supera i 5 miliardi di euro ciò dimostra una lenta ma costante crescita sui mercati europei ed internazionali.
Le spedizioni di vino italiano, nei primi 8 mesi 2022, perdono ancora velocità ma non si arrestano, proseguendo all’interno di importanti mercati come: Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone. Emerge dall’analisi WineNews sugli ultimi dati Istat, l’export delle produzioni enoiche del Belpaese supera i 5 miliardi di euro – contro i 4,5 miliardi dei primi 8 mesi 2021 – segnando una crescita del +12,1%, superiore all’inflazione. Il combinato disposto di crisi energetica, guerra in Ucraina, inflazione e strascichi della pandemia (almeno in estremo oriente), secondo la stragrande maggioranza degli analisti si farà sentire nel 2023, con una recessione economica che appare inevitabile.
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Le buone notizie per il vino italiano arrivano innanzitutto dai Paesi vicini. Le spedizioni verso la Francia sono cresciute del 26,6%, a 178,6 milioni di euro, mentre la Svizzera, con il +4,8%, non si discosta dal ritmo di crescita degli ultimi mesi. Molto bene l’Austria, dove il vino italiano continua a performare a livelli superiori alla media: +18,3%, a 84,6 milioni di euro. Il mercato di riferimento, all’interno della Unione Europea è ancora la Germania, che accelera in maniera importante e nei primi 8 mesi dell’anno mette a segno un +6,5%, che la porta a 750 milioni di euro di import.
Di difficile interpretazione, il dato della Russia: Il vino, ad eccezione dei fine wine e quindi delle etichette che costano più di 200 euro a bottiglia, non è oggetto di sanzioni, e si può immaginare che certi tipi di consumi, che fanno capo alla classe media urbana, non abbiano accusato particolarmente il contraccolpo dell’isolazionismo politico ed economico in cui è precipitata la Russia.
Infine, le dolenti note arrivano dai mercati asiatici ad eccezione del Giappone, dove il vino italiano, con un balzo del +27,7%, è arrivato a fatturare 137,5 milioni di euro.
FONTE: winenews
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