Assovini Sicilia decide di puntare i riflettori sulla provincia di Messina così da permettere una maggiore valorizzazione e promozione delle DOC Faro, Mamertino e Malvasia delle Lipari.
Due mari, il Tirreno e lo Ionio, tre DOC, Faro, Mamertino e Malvasia delle Lipari. I vini del messinese erano noti soprattutto dal XIV secolo, quando gli aragonesi governavano la Sicilia tuttavia, i riferimenti più conosciuti sono quelli legati all’antica Roma. Giulio Cesare pare apprezzasse particolarmente il vino Mamertino citandolo persino nel De Bello Gallico e anche Plinio il Vecchio nel XIV libro della sua Naturalis Historia conferma che Cesare, serviva durante i banchetti quattro tipologie diverse di vino: il Falerno e il Mamertino, di provenienza italica, il Lesbio e il Chio, di provenienza greca.
Undici i produttori in Assovini Sicilia, la più importante ed autorevole associazione di produttori di vino, che rientrano nelle tre denominazioni, dalle vigne sui Monti Peloritani della D.O.C Faro alla costa tirrenica e ionica della D.O.C Mamertino, fino all’arcipelago delle Isole Eolie, terra della D.O.C. Malvasia delle Lipari. È la forza di un territorio che non ha eguali e che offre a turisti e gourmet un’eccellente tradizione gastronomica a fianco di cultura e bellezze naturali.
Assovini Sicilia sostiene i produttori delle tre DOC e dei loro territori: “Vogliamo esprimere il concetto di vino-territorio per promuovere i diversi areali siciliani, insieme alla loro storia e al loro patrimonio artistico, attraverso le azioni di comunicazioni, marketing, press tour. Parlare di vino siciliano significa narrare il suo territorio“, afferma Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia.
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L’area di produzione della DOC Mamertino, tra la costa Tirrenica e le montagne, abbraccia trentaquattro comuni messinesi per circa cento ettari totali. Un territorio “vista mare” con altezze che raggiungono anche i 500 metri s.l.m. Riconosciuta ufficialmente nel 2004, per questa DOC possono essere utilizzate le varietà bianche grillo, ansonica (insolia) e catarratto normale o lucido, a cui possono aggiungersi, in percentuali minime, le altre varietà ammesse; per rossi, nero d’Avola e nocera, in percentuale minore e per un massimo del 15% altre varietà a ammesse.
Ma non è solo il Mamertino a proporsi in chiave storica, anche la DOC Malvasia delle Lipari pesca le sue origini in un lontano passato. Per Diodoro Siculo, storico greco-siceliota vissuto tra il 90 e il 27 a.C., l’introduzione del vitigno si deve ai colonizzatori greci, giunti nelle Eolie intorno al 588 a.C. Nell’800 il commercio dei vini delle Eolie si diffusero in tutta Europa, grazie agli inglesi di stanza a Messina. Riconosciuta ufficialmente nel 1973, la DOC include le sette isole Eolie, Alicudi, Filicudi, Lipari, Panarea, Salina, Stromboli e Vulcano. La vite è coltivata soprattutto nell’isola di Salina ed anche in quelle di Lipari e Vulcano, mentre il clima è caratterizzato da una accentuata ventosità marina. Le varietà di uva contemplate nel disciplinare di produzione includono solamente la malvasia di Lipari sino al 95% con una piccola percentuale di corinto nero compresa tra il 5 e l’8%.
“Cittadina” la dimensione della minuscola ma eccellente DOC Faro, la cui zona di produzione si sviluppa nel solo comune di Messina, da Giampilieri Marina a Capo Peloro per 32 chilometri nella fascia jonica, e da Capo Peloro a Ortoliuzzo per 24 km nella fascia tirrenica, per 900 ettari totali. Riconosciuta ufficialmente nel 1976, il nome “Faro” pare derivi dall’antica popolazione greca dei Pharii, che colonizzarono Capo Peloro (Faro) e gran parte delle colline messinesi, svolgendo attività agricola e in particolare dedicandosi alla coltivazione delle vigne. Quest’area della Sicilia vanta un’antichissima vocazione vitivinicola, il vino Faro, infatti, era prodotto già in età Micenea (XIV secolo a.C.).