La valorizzazione, la promozione del territorio e la sostenibilità, sono i temi principali che porta avanti da tempo il Consorzio Tutela Vini Etna Doc.

Abbiamo intervistato Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio che ci raccontato le novità e le prospettive per i vini del vulcano che rappresenta il territorio siciliano vinicolo attualmente più di successo e più attenzionato dalle guide di settore.

Come consorzio avete lavorato durante il lockdown oppure avete subito un fermo?

L’Etna DOC è in cima alle preferenza dei consumatori e questo ci ha consentito di superare le vendite del 2019. Siamo arrivati a 4 milioni e mezzo di bottiglie, sebbene rappresentiamo appena l’1 per cento della superficie regionale vitivinicola siciliana, riteniamo che ci sia grande richiesta ed entusiasmo di tutti i produttori dietro il successo dei vini dell’Etna. Si respira un’aria di crescita e i media grazie anche al nostro supporto danno molto spazio nel raccontare le potenzialità e la bellezza del nostro territorio.

Quali sono i progetti e le prospettive per l’immediato futuro?

Abbiamo bloccato le iscrizioni per un triennio, vogliamo crescere lentamente. I vini dell’Etna non devono essere solo una moda, ma si devono proiettare come vini di prestigio, crediamo che potrebbe diventare un classico del vino italiano. Per fare questo occorre però bisogna crescere lentamente assecondando il mercato ma non puntando sui grandi numeri perchè potremmo correre il rischio di andare in affanno anche con la commercializzazione.

C’è una novità che possiamo anticipare?

Vi posso dire una novità assoluta che deriva dal calcolo della superficie biologica reale certificata dell’intera DOC ETNA. Infatti, oggi la denominazione si attesta ad una percentuale del 59%, a cui possiamo aggiungere anche un 15% non certificato, questo ci consente di affermare quindi che Doc Etna, oltre ad essere fortemente attraente, è sicuramente anche la più ecologica Doc Italiana.

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