Il Nero d’Avola tocca il record con 15 mila ettari di vigneto e quasi 50 milioni di bottiglie a marchio Doc Sicilia. Il vitigno a bacca nera più importante dell’isola nel 2020 fa un balzo avanti di circa 10 milioni di unità in più rispetto a quelle prodotte nel 2018.

Da tanto tempo ormai presente in tutte le nove province siciliane, specie tra Agrigento e Caltanissetta, possiede addirittura tre diversi biotipi (A, B e C) che si esprimono differentemente, ognuno con le sue caratteristiche peculiari, nelle zone centrali, occidentali e orientali della Sicilia. Da Ovest a Est, infatti si assiste ad un gradiente di sensazioni che vanno dall’immediatezza e impatto semplice dei primi, alla struttura e tessitura importanti dei vini del centro isola, fino ad arrivare al biotipo “C” tra Eloro, Pachino e Noto in cui spiccano elegante finezza e spiccati sentori di frutta e spezie.

Portato in fulgido splendore dal grande enologo Giacomo Tachis, il primo esemplare sfruttamento delle potenzialità straordinarie di questo vitigno vinificato in purezza lo ritroviamo dal 1984 nel “Duca Enrico“, di Duca di Salaparuta, il rosso siciliano più importante e famoso nel mondo, che ha conseguito per primo i più alti riconoscimenti, al quale, negli anni successivi, hanno fatto seguito una gran quantità d’eccellenti vini da Nero D’Avola.

Profumi sontuosi e caldi, frutta fresca e, insieme, matura, confettura, sotto spirito e cotta, una intrigante vena speziata dolce (cannella) ed uno straordinario equilibrio tannini-acidità che genera gusto profondo, grande spessore e struttura. Sono queste le peculiarità del Nero d’Avola che affascinano. Buon invecchiamento, addirittura, se il vino fa legno: una maturazione del vino, questa, che garantisce un surplus di percezioni come note di carruba, liquirizia, cannella e sentori balsamici, accostati a quel marker sempre presente che è la sensazione di grafite.

«Grazie al clima favorevole del 2020 e all’abnegazione dei produttori – dice Antonio Rallo, presidente Consorzio di Tutela Vini Doc Siciliail Nero D’Avola ha raggiunto ottime vette qualitative. Con quasi 50 milioni di bottiglie l’anno nel 2020 e nel 2021, il Nero d’Avola si conferma un prodotto di assoluta eccellenza che ha contribuito a far conoscere la Sicilia nel mondo».

Prima regione d’Italia in assoluto per quanto concerne il regime biologico (circa una cantina su tre non utilizza più prodotti di sintesi chimica), la Sicilia ha un’estensione vitata di poco sotto ai 100 mila ettari. Da sempre la mission del Consorzio è quella della promozione del territorio e della valorizzazione identitaria di questo vitigno re di Sicilia, oggi di gran lunga rafforzata ed emblematica rispetto a qualche decennio fa, che ha portato significativi vantaggi e rilevanti benefici in termini di qualità e di posizionamento nei mercati.

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