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MARSALA (Tp). Due e molto profondi i focus di questa prima edizione di “Perpetuo Wine Fest” a Marsala, evento ideato dal ristoratore e sommelier Ais Giuseppe Vultaggio. Due temi ancestrali che oltre sessant’anni fa erano attualità e consuetudine abitudinaria delle famiglie marsalesi e trapanesi: la valorizzazione e la promozione del vino Perpetuo.

Ma cos’è il Perpetuo?

È il vino “ante Marsala”, ossia quello prodotto da secoli prima dai marsalesi prima che arrivassero gli Inglesi. Un vino che matura in botte di legno scolma, rinnovato ogni anno e scolmato simultaneamente di una eguale quantità introdotta.

Un invecchiamento infinito che nella spillatura finale mette in relazione di equilibrio sensazioni organolettiche che attraversano un intero gradiente che va da quelle giovani di durezza a quelle evolute e morbide, grazie alla rilevante presenza di alcol e alla miriade di reazioni che apportano eteri, esteri e acetali.

Vecchio Samperi De Bartoli, vino Perpetuo

«Il Perpetuo non rappresenta solo l’identità e la storia del territorio marsalese e trapanese, ma anche passato e futuro di questa zona – afferma Francesco Baldacchino, neo presidente Ais Sicilia. L’Ais si farà portavoce per la promozione degli abbinamenti tra Perpetuo e pesce povero, così da rimarcare il binomio vincente vino-territorio e le materie prime locali».

Anfore della cantina De Bartoli

Una tradizione, quella del Perpetuo, che dai primi del ‘900 s’era un po’ persa. Ed è stato grazie al “visionario” Marco De Bartoli, enologo e produttore illuminato – ed oggi grazie anche ai figli Renato, Gipi e Sebastiano che “perpetuano” oggi la sua filosofia – che dalla fine degli anni ’70 questo vino ha ritrovato un po’ della sua aura magica ed ancestrale di un tempo.

E proprio la cantina “Marco De Bartoli” è stata il palcoscenico d’apertura del “Perpetuo Wine Fest” con la prima masterclass di Ais Trapani dal titolo “Perpetuo, il Marsala prima del Marsala, durante la quale, oltre alla degustazione, si sono tracciati ostacoli e possibilità di futuro di questo ossidativo per eccellenza, e alla quale hanno partecipato anche Renato De Bartoli e Nino Barraco, noto vignaiolo marsalese.

Renato De Bartoli

Perpetuo: regolamentazione lontano da Marsala?

Leitmotiv del focus la normazione di questo vino, che secondo i due produttori è ben lontano da Marsala. Un affrancamento necessario per sottintendere le marcate differenze con la Doc Marsala di oggi che prevede un vino – declinato in ben 29 espressioni differenti tra loro – che segua le direttive di tre parametri: colore, zucchero residuo e tempo di invecchiamento. Per molti un intricato dedalo.

Renato De Bartoli

«Una crisi lunga oltre un secolo – sottolinea Renato De Bartoli. I ventenni di oggi nemmeno sanno cosa sia il Marsala. Il Perpetuo, invece, ha aderenze territoriali ed è “democratico”: niente deposito di alcol, niente deposito fiscale, niente dogana per le accise. Sono il Maestrale e lo Scirocco che generano il nostro vino territoriale. Da 100 mila ettolitri di inizio secolo scorso, oggi se ne producono solamente 5 mila. Nino Barraco ed io abbiamo ripetutamente tentato di portare i produttori del Marsala ad un tavolo di trattative, ma abbiamo incontrato solo ostinata cecità e globale ostracismo».

Vecchio Samperi De Bartoli, Perpetuo Quarantennale

Sia per De Bartoli sia per Barraco il pensiero concorde è quello che il vino Marsala, oggi appannaggio di pochissime aziende sul territorio, vada per una strada più veloce, più economica e rapidamente fruttuosa. È, pertanto, necessario – secondo i due produttori – che il Perpetuo trovi in fretta la sua vera domus.

Nino Barraco, vignaiolo marsalese

Pare, a proposito, che qualcosa si muova in casa Doc Sicilia per avallare e legittimare il futuro di questo prodotto che avrà per forza bisogno di un disciplinare, il quale – sempre secondo De Bartoli e Barraco – necessita prima di un cappello nella Doc Marsala affinché il vero vino della tradizione dei marsalesi possa avere rilancio popolare.

Bianco G di Nino Barraco

Prima edizione realizzata insieme al progetto “Poveri, ma ricchi”, affidato alla OP – Organizzazione di Produttori della pesca di Trapani, che punta a valorizzare il pesce povero portandolo sia nelle tavole delle famiglie sia dei ristoranti gourmet, abbinandolo ai vini ossidativi, in particolare al Perpetuo.

Giuseppe Vultaggio, delegato Ais Trapani e ideatore Perpetuo Wine Fest

«Questa prima edizione nasce dalla volontà di legare due prodotti fortemente rappresentativi di un’area – commenta Giuseppe Vultaggio, delegato Ais Trapani e promotore del Perpetuo Wine Fest con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il territorio di Marsala e Trapani e il suo patrimonio enogastronomico. È il vino della nostra tradizione contadina che più rispecchia il territorio, il suolo, la salinità. L’auspicio è quello di rafforzare la consapevolezza dei produttori sull’importanza storica del Perpetuo».

Pino Maggiore, chef e patron di Cantina Siciliana a Trapani

L’abbinamento vino-cibo ha visto protagoniste sei cantine del territorio trapanese che producono vini ossidativi e i piatti della tradizione locale realizzati dalle Osterie per Slow Food Trapani.

Tavola rotonda in agriturismo Vultaggio

L’evento si è concluso presso l’agriturismo Vultaggio, nel comune di Misiliscemi, con la tavola rotonda sul tema “Vini a carattere ossidativo e pesce povero, dalle tavole dei pescatori e dei contadini alle proposte gourmet per valorizzare il territorio con nuovi percorsi enogastronomici” e i banchi di assaggio con proposte di abbinamento tra ossidativi e pesce povero.

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