Prosecco un nome che unisce storia, territori, denominazioni e nove province che lo delimitano, oggi si conferma il prodotto del settore del beverage più amato al mondo.

Risale agli inizi del Cinquecento lo studio di importanti testi letterari sul vino proveniente dalla località di Prosecco in particolare, il trattato naturalistico “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.) fa un chiaro riferimento a un certo vino Pucino (prodotto nell’omonima località posta secondo le fonti storiche nei pressi delle sorgenti del Timavo, in provincia di Trieste), amatissimo dai romani e originario della zona di Prosecco.

Solo all’inizio dell’Ottocento risale invece la citazione del vitigno “glera” da parte di Francesco Maria Malvolti nelle sue opere, un viticoltore interessato allo sviluppo dei vini frizzanti. Con lui si cominciò a parlare dell’inizio della storia moderna del Prosecco, oggi simbolo che identifica l’inconfondibile stile di vita Made in Italy.

Le uve usate per il Prosecco DOC sono principalmente la Glera, il vitigno più diffuso in Veneto e a seguire in Friuli-Venezia Giulia. Da disciplinare la composizione deve essere almeno 85% di Glera e il resto possono essere vitigni a bacca bianca come VerdisioBianchetta trevigianaPerera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio (vinificato in bianco) da soli o congiuntamente.

La Glera, sinonimo di prosecco, introdotto dopo il riconoscimento del Prosecco DOC nel 2009 (lo stesso anno in cui è stato istituito il Consorzio di Tutela) deve il nome al paese triestino Prosecco dove questo vitigno ha trovato l’habitat ideale e in particolare luogo di concentrazione dei biotipi “prosecco tondo” e “prosecco lungo“.

Un vitigno vigoroso dunque, che con piccole quantità di altre varietà riesce ad esprimere un profilo sensoriale unico ed inconfondibile a seconda delle diverse tipologie di Prosecco: colori tenui dai riflessi verdolini, sentori delicati di pera e mela, biancospino accompagnati da una struttura leggera e fresca culminante in una briosa e vivace persistenza al palato.

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Glera

Una zona di produzione straordinaria caratterizzata da circa 25.000 ettari di vigneti, il Prosecco nella fattispecie è un nome che unisce tre denominazioni: il Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOCG (successivamente è stata introdotta, dopo diversi studi, nel disciplinare le menzioni DOCG Rive vigne più scoscese, DOCG Cartizze un cru di 107 ettari compreso tra tre diverse frazioni del Comune di Valdobbiadene e DOCG sui Lieviti) siamo nella Marca Trevigiana dove questo vitigno domina i versanti esposti a sud, si caratterizza per un buon tenore zuccherino, acidità e aromaticità; Colli Asolani Prosecco DOCG e Prosecco DOC denominazione che si estende nelle province di Treviso, Venezia, Padova, Vicenza e Belluno, oltre che, in Friuli Venezia Giulia.

In merito al processo di spumantizzazione avviene secondo il metodo Martinotti o Charmat, un metodo che prevede la rifermentazione in autoclave del vino base ottenuto dalla prima fermentazione.

Questa seconda fermentazione, secondo la normativa UE, ha una durata non inferiore ai 30 giorni all’interno di grandi recipienti a tenuta di pressione detti autoclavi ed è in tale fase che il Prosecco acquista le famose bollicine. Secondo il solo grado zuccherino, ovvero la quantità di zucchero presente, può essere: Brut Nature (inferiore a 3 g/l), Extra Brut (0-6 g/l), Brut (6-12 g/l), Extradry (12-17 g/l), Sec, Secco o Dry (17-32 g/l), Demi-sec (32-50 g/l) tante sfumature di una terra ricca e preziosa.

Questa classificazione offre informazioni importanti su quanto il prodotto che stiamo valutando sia dolce o meno, così da poter scegliere il Prosecco giusto in base al nostro gusto o all’abbinamento perfetto.

Un territorio molto vasto che si combina con una produzione e vendita anch’essa importante con quasi 628 milioni di bottiglie prodotte nel 2021, infatti, spinto dalla moda dello Spritz a base di Apérol e Prosecco, in tutto il mondo il suo consumo è diventato negli ultimi anni sempre maggiore non solo in Italia ma in tutto il mondo.

Le spedizioni di sparkling made in Italy si sono maggiormente concentrate in Usa, Regno Unito e Germania ma nel biennio 2021-2022 sono molto cresciuti gli sbocchi di Francia (soprattutto Prosecco, +25% valore), Paesi scandinavi, Canada (+23%), Polonia (+25%), Australia (+11%). Segno di un appeal che sta crescendo anche da un punto di vista geografico.

 

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