Consegnati alla Slow Wine Fair i 36 riconoscimenti del Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, la prima edizione in collaborazione con Milano Wine Week. Le osterie e i locali premiati secondo il principio di una promozione del vino buono, pulito e giusto.
Un momento di confronto e riflessione su questi temi si è tenuto oggi durante la seconda edizione della Slow Wine Fair, la fiera del vino buono pulito e giusto organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food, che fino a martedì 28 febbraio riunisce 750 produttori di vino buono, pulito e giusto da tutta Italia e da 21 Paesi del mondo.
L’occasione è stata la consegna dei 36 nuovi riconoscimenti del Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow conferito a 12 diverse categorie, attribuiti attraverso una giuria di professionisti e da un pubblico di appassionati. L’obiettivo del Premio, nato come spin off dei MWW Awards, è celebrare la cultura del bere bene e del vino buono pulito e giusto, per rafforzare il legame tra locali e winelovers che incentrano le proprie selezioni su vini di questo tipo.
I locali premiati ricadono nelle seguenti regioni: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto. All’estero sono stati premiati locali a San Francisco, New York e Berlino.
La lista completa di tutte le osterie e locali premiati su slowinefair.slowfood.it.
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“Il senso di questo premio sta esattamente nella Slow Wine Coalition, una rete internazionale che unisce i tre soggetti che possono contribuire alla rivoluzione del vino che noi agogniamo: i produttori di vino, che devono essere sempre più stimolati a produrre vini buoni puliti e giusti, i consumatori che abbiamo visto ieri animare i padiglioni di BolognaFiere, ma soprattutto chi ha fatto del vino il senso della propria vita lavorativa“. Queste sono le parole di Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition.
Diversi i criteri che hanno messo in evidenza i relatori durante il talk. Per Eugenio Signoroni, curatore della guida Osterie d’Italia una buona carta dei vini deve essere coerente, cioè trasmettere chiaramente la scelta operata nella selezione dei vini, democratica, cioè deve poter mettere a proprio agio tutti i clienti ma soprattutto deve esserci, perché è l’espressione di una cultura del vino e di una consapevolezza che continua a evolvere e deve essere supportata anche grazie alla carta dei vini, che può narrare anche i vini al bicchiere o sfusi che ormai nelle osterie si possono trovare di buona qualità.
Marta Passaseo, sommelier dell’Imbuto di Lucca, sceglie i vini del ristorante in base al sentimento, che secondo lei è la guida per un professionista che deve narrare agli avventori di un locale non solo le caratteristiche del vino ma anche la storia e le scelte in vigna e in cantina dei produttori.
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