L’Irlanda non è solo sinonimo di birra e il St. Patrick’s day, il 17 marzo, è uno degli eventi che meglio lo dimostra. Infatti, viene associata ad un altro prodotto che vive una vera e propria rinascita in Irlanda e nel mondo: il whiskey.

La storia del whiskey irlandese ha avuto momenti di grande successo ma anche periodi che hanno visto il culmine della sua popolarità soprattutto alla fine del XIX negli Stati Uniti con la guerra d’indipendenza irlandese (1919-1921) e poi il proibizionismo americano (1920-1933), portando a una massiccia chiusura delle distillerie. Oggi l’Irish whiskey sta tornando in grande stile, sempre nel rispetto della tradizione che raccomanda la tripla distillazione in pot still (a doppia distillazione).

Una curiosità che merita di essere menzionata riguarda il nome: il whisky d’Irlanda si chiama whiskey, con la “e”. Un nome che deriva da una diversa traslitterazione della parola gaelica Uisce Beatha, che nella versione gaelico-irlandese è Uisce e in gaelico-scozzese Uisge, ma che in entrambi i casi si può tradurre come “acqua viva” o “acqua della vita”. I nuovi paesi produttori hanno adottato la dizione scozzese, a eccezione degli Stati Uniti, dove moltissimi distillatori sono originari dell’Irlanda e hanno mantenuto la dizione con la “e”.

Le ricerche indicano il whiskey irlandese come una delle prime bevande distillate sviluppatasi in Europa, intorno al XII sec. Si ritiene infatti che i monaci irlandesi acquisirono le tecniche di distillazione nei loro viaggi nel Mediterraneo. La leggenda vuole che fu San Patrizio stesso a portare dall’Egitto uno strano macchinario usato fino ad allora per distillare i profumi e che gli irlandesi lo convertirono rapidamente alla distillazione a base di orzo e acqua, ma le date di nascita e morte del Santo (Britannia romana, 385 – Saul, 17 marzo 461) non rendono attendibile la notizia.

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L’unica certezza è che nel 1556 il whiskey era una bevanda molto diffusa, visto che il Parlamento inglese dovette emanare una legge che ne limitava la produzione in Irlanda per evitarne l’abuso.

Oggi, protagonista di numerose degustazioni e soprattutto oggetto di studio e interesse di numerosi sommelier e appassionati, il whiskey gode di un momento di grande rilancio protagonista insieme alla birra per celebrare il giorno più verde dell’anno: St. Patrick’s Day, patrono dell’Irlanda il quale, usava il trifoglio per spiegare agli irlandesi il mistero della Santissima Trinità quando cercava di convertirli al cristianesimo. 

Ecco otto whiskey Irlandesi per l’occasione:

1. Waterford Cuvée Argot (47% Vol)

Ispirato ai più grandi châteaux di Bordeaux, l’Argot è il “secondo vino” di Waterford, fratello minore del “grande vino” The Cuvée. Con una complessità aromatica intensa, tipica dei single malt Waterford, possiede un pizzico di torba dare maggiore struttura e vivacità al sorso. Disponibile su whisky.fr.

2. Redbreast 15 Anni (46% Vol)

Realizzato con orzo maltato e non maltato (uno dei fondamenti del whiskey irlandese) poi invecchiato in botti di sherry oloroso e bourbon, questo single pot still è un degno rappresentante dello stile irlandese. Complesso ed elegante con i suoi aromi fruttati potenziati da calde note speziate. Disponibile su lamaisonduwhisky.fr.

3. Jameson 18 anni (40% Vol)

Il marchio irlandese più venduto al mondo, Jameson offre prelibatezze come questa riserva limitata, una miscela di eaux-de-vie (un’acquavite di frutta limpida e incolore che viene prodotta mediante fermentazione e doppia distillazione). Inebriante il suo bouquet aromatico, capace di oscillare tra agrumi, frutti esotici e tocchi selvaggina. Un whiskey che può essere definito gourmet. Disponibile su whiskylodge.com.

Tullamore Dew

4. Tullamore Dew 14 anni (41,3% Vol)

Un altro best-seller irlandese, dell’imponente distilleria Midleton nella contea di York, questa miscela di single malt è stata invecchiata in botti di bourbon, sherry, Madeira e porto. Un whiskey gourmet contraddistinto da una bella ampiezza aromatica dominata da frutta, vaniglia e spezie. Disponibile su counter-irlandais.com.

5. Teeling Blackpitts Big Smoke (56.5% Vol)

La distilleria di Dublino creata da John Teeling, uno degli artefici della rinascita del whiskey irlandese, dimostra brillantemente la sua capacità di innovazione con questa espressione torbata, una rarità in Irlanda. Distillato solo due volte, questo single malt completamente invecchiato in botti ex bourbon, è caratterizzato da inebrianti note floreali e fruttate. Disponibile su dugasclubexpert.com.

6. Bushmills 16 anni (40% Vol)

La Bushmills ha sede nella Contea di Antrim in Irlanda del Nord e si dice sia la più antica distilleria ad aver ottenuto la licenza per la produzione di whiskey. Il whiskey in considerazione è un single malt di 16 anni, invecchiato in botti di sherry oloroso e bourbon prima di trascorrere dodici mesi in botti di porto. Prova di ciò è il suo colore rubino e i suoi aromi di frutta matura e noci. Disponibile su whiskylodge.com.

7. The Busker Single Grain

La distilleria Royal Oak produce single pot still, single malt e single grains come questa espressione, che si distingue per i suoi sapori caramellati e legnosi. Disponibile su dugasclubexpert.fr.

8. The Irishman 12 anni (43% Vol)

Creata nel 1999 da Bernard Walsh, la gamma The Irishman fa ora parte dei più importanti whiskey irlandesi. Il prodotto in questione è stato invecchiato 12 anni esclusivamente in botti di bourbon di primo riempimento. Tanta vaniglia poi, punteggiata da pepe nero prima che la frutta e i cereali prendano il sopravvento. Disponibile su drinkshop.fr.

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