L’Emilia, terra di tradizione dei vini frizzanti, negli anni ha affinato la tecnica e la qualità introducendo non solo nuove tipologie e vitigni alloctoni, ma anche passione verso un antico mestiere come quello del vignaiolo.
Ed è proprio nel cuore dell’Emilia che si ripropone la seconda edizione di Fermento Emilia, un evento per scoprire e riscoprire i nostri territori, quindi educare in modo piacevole e interattivo, facendo avvicinare e conoscere anche ai nuovi avventori, appassionati, tecnici del settore una visione diversa dell’Emilia, più approfondita.
Ecco che l’appuntamento è con il primo fine settimana di maggio nel Castello di Montecchio Emilia, una bellissima testimonianza della storia arrivata fino a noi tutta da visitare, con la degustazione dei vini emiliani artigianali.
Conosciamo meglio la Spergola, vitigno della zona collinare di Scandiano e Canossa in provincia di Reggio Emilia, confusa per molti anni con il Sauvignon, si adatta a molti tipi di vinificazioni tra cui la rifermentazione in bottiglia, il metodo Charmat e Classico, ma anche la macerazione sulle bucce e il passaggio nelle anfore di terracotta, trovando sempre un prodotto fresco, allegro e conviviale come in quello di Galeotti Luigi.
Mentre il Malbo Gentile, vitigno a bacca rossa diffuso in tutta la regione e autorizzato anche se con meno riscontro nelle Marche, è un’uva che viene spesso usata con il Lambrusco per dare probabilmente più struttura, infatti negli anni si è iniziato a vinificarlo in purezza ottenendo dei risultati corposi e di lungo invecchiamento anche con passaggi in barriques di secondo e terzo passaggio per un migliore affinamento, che troviamo nella cantina del Frignano anche in versione passita.
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Passiamo ora al vitigno più conosciuto e coltivato della zona, colui che si è fatto conoscere da grandi cantine e anche un po’ nel passato malamente bistrattato, ma che trova nelle piccole realtà un diverso approccio. Parliamo del Lambrusco, quel vino semplice, piacevole e quotidiano che conosciamo nelle varietà dell’Ancellotta, Salamino, Grasparossa, Sorbara e Barghi, antico vitigno di questa uva quasi scomparso che riscopriamo vinificato in purezza nella cantina Bosco dei Caprioli dove Andrea Iori ne ha una parte dei soli 10 ha attuali, mentre l’azienda agricola Bioss ce lo presenta nel metodo classico passando dai 12 ai 24 mesi sui lieviti anche rosé, ma proponendolo anche come una volta in versione ancestrale, mettendo direttamente il mosto in bottiglia.
Nella zona centrale della regione troviamo anche il vitigno Pignoletto chiamato anche Grechetto e la Fortana tipica della Pianura Padana. Salendo nella provincia di Piacenza troviamo tante cantine con i vitigni come Ortrugo, Malvasia di Candia Aromatica e il tipico vino rosso Gutturnio nelle versioni frizzante, superiore e riserva con le uve Barbera e Croatina.
Emiliani e non, appassionati di vino, non c’è il due senza il tre, per una due giorni conviviale fatta di nozioni e approfondimenti, ci ritroviamo al prossimo anno per la terza edizione.
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