Nel settore vitivinicolo si fanno strada sempre più soluzioni sostenibili e rispettosi dell’ambiente. A tal proposito, il progetto Seawines è emerso come una proposta innovativa, il cui obiettivo principale è trovare alternative valide per il trattamento della coltivazione della vite.
Anche nel settore vitivinicolo si cerca di utilizzare e trovare metodi alternativi e soprattutto eco-sostenibili vista la grave situazione ambientale degli ultimi anni a cui la Commissione Europea ha cercato di porre un limite, stabilendo un importante obiettivo: una riduzione del 50% dei pesticidi utilizzati in agricoltura entro il 2030.
Ecco che si fa avanti oggi un importante slogan: “proteggere le colture senza fare ricorso a pesticidi chimici” questa è la grande sfida dei prossimi anni sarà questa, visti i gravi danni apportati da queste sostanze.
A tal proposito, in questi ultimi mesi è emerso un interessante studio guidato dall’Università dei Paesi Baschi (UPV/EHU) e IFAPA, nell’ambito del progetto SEAWINESU, un progetto triennale rivolto a strategie ecologiche per ridurre o sostituire i trattamenti chimici più comuni in viticoltura.
Questo studio ha dimostrato che un tipo di alga invasiva attiva migliora la meccanismi di difesa della vite; in particolare si stanno studiando gli estratti di macroalghe provenienti dall’alga invasiva Rugulopteryx okamurae, una specie invasiva originaria dell’Asia e un’altra specie comune presente sulla costa spagnola e quella dell’Ulva ohnoi il cui potenziale contro i funghi è già noto.
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Lo studio è stato condotto su viti della varietà Tempranillo. Dopo i trattamenti sono stati prelevati campioni di foglie e sono state effettuate numerose analisi per analizzare l’effetto di ogni trattamento; i risultati migliori sono stati ottenuti con gli estratti prodotti dall’alga invasiva Rugulopteryx okamurae, ovvero un aumento dell’espressione dei geni resistenti e dell’attività degli enzimi antiossidanti nella pianta.
Queste ricerche non solo cercano di offrire soluzioni più sostenibili ed ecologiche per la vite, ma evidenziano anche il valore dei polisaccaridi presenti nelle alghe come biostimolanti in agricoltura. In questo modo si promuove l’utilizzo di ingredienti naturali e si riduce la dipendenza dai prodotti fitosanitari chimici.
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