Il Planet score è una seconda etichetta che sta facendo il suo debutto tra i professionisti del settore alimentare e non solo, infatti anche nel settore vitivinicolo sta diventando un elemento indispensabile per verificare, da parte del consumatore, i risultati raggiunti in termini di sostenibilità.
Il sistema è stato introdotto a seguito della legge Agec (Anti-Waste Circular Economy) del febbraio 2020 e della legge Clima e Resilienza dell’agosto 2021. Questa etichetta mostra i criteri ambientali, assegnando un voto da A a E sulla base di 3 sottoindicatori: l’uso o il non uso di pesticidi, l’impatto delle pratiche agricole sulla biodiversità, stoccaggio del carbonio nei suoli ed emissioni di gas serra. Il punteggio visualizzato come colore: verde, arancione o rosso.
L’obiettivo del Planet-score è combattere il declino della biodiversità, i cambiamenti climatici, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la deforestazione, informando i consumatori sull’impatto ambientale del cibo e non solo. Si tratta di una presa di coscienza generale e una maggiore trasparenza nei confronti del consumatore.
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Oggi il Planet Score punta a semplificare, almeno in Francia e nelle intenzioni dei promotori, la moltitudine di certificazioni enologiche sui principali risultati raggiunti in termini di sostenibilità ambientale. Integrando, o comunque fornendo indicazioni più precise, gli standard delle certificazioni biologiche (vedi “AB”).
Grazie ad algoritmi dedicati, il Planet Score utilizza 25 indicatori per valutare tutta la produzione agricola (inclusi la frequenza/profondità della lavorazione del terreno, la diversità della copertura vegetale, le strategie di fertilizzazione quantitative e qualitative, le aree di infrastrutture agricole-ecologiche… e un criterio dedicato ai prodotti esteri). Attualmente, 300 marchi utilizzano il Planet Score (la metà riguarda prodotti francesi), e il suo primo “praticante” in vigna è la maison Château Sérame nella regione di Corbières.
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